Urge fare il punto sul Gender nelle scuole.
Siamo in una stretta morsa verso la definizione di quel che vuole passare come necessità educativa e che invece risulta essere l’applicazione ideologica di quanto come Educazione di Genere ha registrato per esempio nei paesi del Nord Europa un clamoroso fallimento.
Perché importare anche in Italia un progetto educativo rivelatosi fallimentare, se nelle classifiche sulle discriminazioni di genere, siamo agli ultimi posti?
Perché importarle quando in sede di sottoscrizione del trattato di Istanbul il nostro paese aveva espresso proprio delle riserve in ordine all’uso del termine “genere” a noi estraneo e interpretabile in modo ambiguo?
Con i bambini non si può sperimentare…
Urge fare il punto di quanto operato finora.
Ci siamo battuti in ogni dove e con ogni mezzo in ordine al diritto dei genitori di poter esercitare il loro primato educativo rispetto a tematiche sensibili e controverse su cui e’ necessario possano democraticamente, esprimere consenso o dissenso soprattutto a scuola, come liberi cittadini.
L’educazione di genere non può essere imposta come “la soluzione” ai conflitti tra i due sessi e veicolare un’antropologia non condivisa da coloro che costituzionalmente sono i primi educatori dei figli.
Come Associazione Non Si Tocca La Famiglia per esempio esprimiamo ogni riserva in merito all’evento nel quale venerdi 27 Ottobre al teatro Eliseo, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli presenterà le Linee Guida Nazionali al comma 16 dell’ Art.1 legge 107 .2015.
E’ bene ricordare che nel Luglio del 2016, una commissione fantasma, elaboro’ le bozze alle Linee Guida sull’educazione di genere che da molte indiscrezioni di stampa. risultarono infarcite di gender.
La bufera mediatica che ne seguì le lasciò sepolte perchè difficili da gestire con genitori e famiglie sull’orlo di una possibile crisi di nervi.
Oggi invece cosa accade ? Che il Miur frettoloso di chiudere e portare a casa posizioni ideologiche travestite di buonismo, senza alcuna comunicazione alle famiglie ai genitori e alle loro associazioni, fa riemergere dal nulla, un tavolo di lavoro che “dovrebbe “aver lavorato all’elaborazione finale di una sentenza sull’educazione alla parità tra i sessi e contrasto alla violenza di genere che non annuncia niente di rassicurante e per mano dei soliti ignoti.
Lo scorso anno feci una richiesta di accesso ad atti pubblici per conoscere i nominativi degli esperti assegnati al tavolo di lavoro per l’elaborazione delle linee guida, ma nel solito rimando di ufficio in ufficio, non mi fu data una risposta che puntualmente naufrago’ fra le mille richieste non evase di chissà quanti cittadini come me.
Siamo pronti come associazione Non Si Tocca La Famiglia insieme ad altre realtà associative di genitori e famiglie, a chiedere trasparenza sulla composizione dei membri della Commissione che ha lavorato a queste Linee Guida e fare chiarezza su quanto ancora tenta di passare per il buio.
Se i contenuti risulteranno dubbi e ambigui nel linguaggio e nelle proposte annunceremo proteste e scioperi imminenti.
Inutile evidenziare che le tematiche sulla violenza e le discriminazioni, ci appartengono tutte e rappresentano proprio lo spazio educativo nel quale vogliamo far crescere i nostri figli, in famiglia, a scuola e nella società, ma la nota doppiezza dei linguaggi utilizzati in questi documenti non puo’ che intimorire chi ha sempre contrastato le derive ideologiche che sono entrate nelle scuole come abbiamo spesso e puntualmente documentato.
Proporre la soluzione alla violenza di genere, nella destrutturazione delle identità che invece sono alla base di ogni sana costruzione della personalità dei bambini e dei ragazzi e’ il “molto altro ” che entra nelle scuole spalancando le porte, (come ormai accade da anni )al “molto ideologico” che come popolo del family day, rifiutiamo totalmente.
Inutili gli sforzi del Ministro che dopo averci ascoltati il 31 Luglio a seguito della manifestazione al Miur del 17 giugno con oltre settecento genitori, ci aveva detto che il 21 Novembre avrebbe inserito nel nuovo PEC il Consenso Informato Preventivo per annunciare pubblicamente il nuovo Patto di Alleanza tra scuola e famiglia da noi richiesto con la manifestazione.
Ecco noi vogliamo risposte definitive in ordine alla reale applicazione del diritto dei genitori di educare, istruire i propri figli secondo le proprie convinzioni filosofiche, religiose, culturali come recitano i vari trattati internazionali a sostegno di queste istanze.
Vogliamo riconosciuto il diritto che le famiglie hanno di poter dire no ad una impostazione educativa che non condividono e richiedere l’esonero e l’attività alternativa su tutti quei percorsi che esulano dai curricoli obbligatori delle discipline che riconosciamo fondanti nella formazione culturale in ordine alle lettere, alla matematica, alla storia, alla geografia, alle scienze, alle lingue straniere etc…
Riteniamo anche come associazione di docenti ed esperti di educazione a vari livelli, che l’educazione al rispetto verso ogni persona e in relazione al cap. 3 della Costituzione Italiana sia l’impegno che da sempre la scuola ha avuto a cuore, di cui si e’ sempre fatta garante e che oggi più di ieri ha intenzione di offrire ai suoi alunni, nelle numerose proposte di educazione ad una sana convivenza civile e democratica e alla costruzione di un sistema di valorizzazione dell’altro rispettando le differenze di ciascuno per l’arricchimento di tutti.
Non riteniamo quindi che il Ministero possa imporre al nostro paese nel sistema educativo nazionale, l’educazione di genere come unica via di risoluzione ai conflitti tra uomini e donne.
Questo significherebbe svilire la portata e l’efficacia educativa delle innumerevoli proposte che senza lo stemma del femminismo radicale, sono ugualmente valide ed efficaci nell’obbiettivo di a contrastare qualunque forma di discriminazione, offrendo però così alternative significative e soddisfacenti a famiglie e genitori che non guardano positivamente a quanto potrebbe indicare il Miur con le imminenti Linee Guida.
Se in modo ostinato e convinto dal Family Day di Piazza San Giovanni ad oggi non avessimo dato tregua ai vari ministri di turno e ai vari guru dell’educazione e dell’istruzione perché rispondessero alle domande dei genitori, avremmo avuto una scuola oggi totalmente resa al pensiero unico dominante .
Se non fosse intervenuto anche il Papa denunciando a più riprese l’irrazionalità di un pensiero come quello gender teso a colonizzare in modo ideologico le fragili coscienze in via di formazione, dichiarandolo come una guerra mondiale contro la famiglia, se un milione di famiglie non avesse manifestato in piazza dicendo stop gender nelle scuole,
se la richiesta di chiarezza e garanzia di tutela del ruolo educativo della famiglia non fosse stata pressante e organizzata da numerose realtà pro family e non avessimo lottato ogni giorno per difendere il diritto di tutelare i nostri figli da un’educazione data in mano al potere di Stato, cosa ne sarebbe stato del diritto costituzionale di educare liberamente i nostri figli?
Tutto sarebbe entrato senza freno e riflessione alcuna, tutto soprattutto con il placet inconsapevole di famiglie ancora convinte di potersi fidare di proposte educative su cui anche nella scuola, e’ sempre più necessario che se ne approfondisca la natura, gli interventi degli operatori coinvolti e la libera espressione nel poterle valutare se opportune o no per i nostri figli.
Sarebbe accaduto che la valanga di riferimenti normativi, circolari incomprensibili quando e dove non di rado inutili, rimandi legislativi come scatole cinesi e il riferimento principe alla Convenzione di Istanbul sotto cui ci hanno seppelliti in questi tre anni,
ci avrebbero convinti della necessità di un’educazione di genere che noi continuiamo a contestare come abbiamo fatto e stiamo facendo in Commissione Cultura alla Camera dove si vorrebbe il gender obbligatorio a scuola.
Urge fare il punto di quanto operato finora.
In questi tre anni abbiamo spiegato in ogni dove, l’urgenza del coinvolgimento dei genitori a scuola, sul come vigilare, come partecipare, come essere attenti alla priorità educativa dei primi protagonisti dell’educazione che proprio nella figura dei genitori, doveva essere ribadita perche’ fosse recepita il più possibile.
Come Associazione Non Si Tocca La Famiglia tra i promotori dei due family day, abbiamo investito solo su questo perché non fosse sottratto alle famiglie il ruolo prioritario di educare i propri figli.
Con tante realtà abbiamo condiviso sempre i nostri passi alleandoci con tutti coloro che avevano a cuore i grandi temi dell’educazione e della famiglia.
Certo e’ che in un primo bilancio di lavoro, quelli che avranno messo da parte” un po’ di olio” per non rimanere al buio sui propri diritti e doveri dentro le scuole dei propri figli, potranno gestire un sistema che sempre tenderà ad estromettere il loro ruolo nel processo educativo, ma sapranno trovare i giusti canali per entrare e collaborare e vivere in modo nuovo e attivo la scuola.
…. per tutti gli altri… non so…forse rimarranno fuori dalle grandi questioni sull’educazione , e dovranno accettare quel che la scuola darà loro in termini di trattazioni discutibili su temi sempre più delicati come l’educazione affettiva, sessuale, l’educazione alla parità dei sessi, alla non discriminazione, etc..
Urge fare il punto.
Il punto e’ che nelle mille cose fatte subito dopo la piazza, dall’ “Osservatorio Nazionale” che ha raccolto innumerevoli segnalazioni di progetti gender nelle scuole, inoltrate puntualmente al Miur, al dipartimento Pari Opportunità e perfino al Quirinale, dopo le proteste nelle piazze, dopo aver riempito i giornali di articoli e aggiornamenti sul tema, dopo aver discusso in Commissione Cultura alla Camera il motivato dissenso per un Disegno di Legge sul gender obbligatorio nelle scuole, voluto a danno della libertà di educare i propri figli, dopo gli incontri con ministri e collaboratori, dopo i contributi sul piano culturale e scientifico che in ogni modo abbiamo inoltrato ai templi del potere, ci troviamo alle porte di una ufficializzazione di Linee Guida che non abbiamo letto e che contesteremo duramente se riproporranno il solito linguaggio carico di ambiguità e doppi sensi.
Siamo alla stretta finale.
Nello sforzo di seguire i lavori sul Testo Unificato in commissione Cultura alla Camera che vorrebbe appunto obbligatoria l’educazione gender nelle scuole, stiamo inoltrando le nostre proposte di emendamenti a quanto abbiamo gia’ contestato con un documento che come Associazione Non Si Tocca La Famiglia abbiamo depositato e discusso il 15 Settembre del 2016 e che riteniamo ancora inaccettabile.
Siamo pronti a confermare lo sciopero sul Pec, se il prossimo 21 novembre il Ministro non confermerà come anticipato, il rinnovo del patto di Alleanza educativa, con l’ufficializzazione del Consenso Informato Preventivo come strumento democratico per l’attuazione del libero esercizio delle famiglie ad esprimere assenso o dissenso su tutti temi sensibili e controversi legati al comma 16.
L’esercizio di tale diritto dovrà prevedere esonero e attività alternativa per i propri figli.
Torneremo presto sotto le finestre del Miur se la fiducia delle famiglie verra’ tradita e chiederemo a tutti i genitori di non pagare il contributo volontario alle scuole come segno di protesta .
Uno Stato che si dice democratico non può omettere di salvaguardare la libertà dei cittadini soprattutto quando anche la nostra Costituzione prevede proprio la tutela del diritto dei genitori ad educare i figli.
I trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, quella sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, gli art. 29, 30, 33 e 34 della nostra Costituzione italiana, gli art. 316 e 147 del Codice Civile; tutta la Normativa, anche più recente, specie in tema di Autonomia scolastica, concernente la partecipazione di tutte le Componenti la Comunità Scolastica, convergono sulla necessita’ che la famiglia abbia la centralità nel processo educativo dei propri figli.
Diamo più spazio e sostegno alle famiglie perche’ solo così daremo forza al nostro paese nello sforzo di custodire il ruolo fondamentale dei genitori nel processo educativo che tiene saldi i cardini delle relazioni in una società già estremamente confusa.
Roma, 26 ottobre 2017
Il Presidente
Giusy D’Amico