E’ incredibile ma abbiamo speso un anno per parlare e spiegare quale frode scientifica e antropologica fosse l’ideologia del Gender, assistendo sistematicamente al silenzio stampa su temi che il 20 giugno a Piazza San Giovanni, sono stati invece sostenuti, gridati, appoggiati da un milione di persone.
Da oggi tutti coloro che hanno negato per più di un anno che l’emergenza Gender era un invenzione, oscurando addirittura le parole di Papa Francesco che a più riprese l’ha denunciata senza mezzi termini definendola “uno sbaglio della mente umana” , ci facciano il favore di non continuare a ripetere che questa roba non esiste, perche’ da oggi dovranno spiegarlo a un milione di persone circa…
Quel giorno per la prima volta dopo più di un anno, in televisione e sui giornali, si e’ nomitato l’innominabile, Gender.


Qualora non fossero ancora abbastanza convinti, coloro che non se ne faranno una ragione su questo, li invitiamo a chiedere conto a quel fiume umano che quel sabato a Roma e’ sceso in piazza per manifestare in modo deciso e senza mezzi termini : via il Gender dalle scuole.
E in modo sorprendente non l’hanno fatto in un tiepido pomeriggio primaverile, ma in una torrida giornata di giugno, dopo che neanche il violento acquazzone che si e’ abbattuto sulla piazza quasi all’improvviso, li ha lontanamente spostati di un centimetro. Non e’ accaduto dopo un annuncio dato mesi or sono, ma in soli 18 giorni, perche’ il comitato di scopo che li ha convocati, ha richiamato a quei principi per i quali, quando tocchi le corde dell’anima, l’ovvio ha diritto di cittadinanza immediatamente e ovunque. E’ andata un po’ così, il due giugno è nato  il comitato ” Difendiamo i nostri figli ” il 20 giugno si è reso subito visibile un corpo che ha dato voce a quel silenzio degli innocenti e che ha deciso che non era più’ possibile tacere.
Questa piazza guarderà alla politica e terra’ d’occhio come la politica guarderà a questa piazza, sapendo che non può più far finta di non vedere, di non sentire.
In quella piazza si e’ costituito il parlamento delle coscienze attive e di matrice inter culturale, perche’ non c’erano i soliti “omofobi cattolici”, questa tra le etichette più eleganti ma ormai anche più noiose per la scarsa creatività del linguaggio… ma la piazza si e’ firmata, islamica, ortodossa, ebrea, etnica, evangelica, persino l’associazione Agapo, formata da genitori e amici di persone omosessuali, ha lasciato tutti senza parole per la dignità e verità del taglio comunicativo.
Dunque una realtà nuova, sorprendente perche’ anche noi del Comitato non pensavamo di esserci spiegati così bene, eppure il temporale che ha inondato ogni tratto libero di piazza pensavamo fosse sufficiente per dichiarare la ritirata, soprattutto in coloro che scoraggiati dagli abiti zuppi d’acqua avrebbero potuto a ragione, alzare i tacchi di quelle scarpe bagnate e sventolare bandiera bianca.
I bambini nei rivoli d’acqua correvano a piedi nudi, i giovani insieme agli adulti cantando e ballando sotto la pioggia hanno dato la misura del sentire di questa massiccia partecipazione .
Hanno reso chiara la spinta che ha mosso gli animi di tutti quelli che non avrebbe perso questa occasione, perche forse era proprio questa l’ora propizia , il momento favorevole.
Questa era la vera occasione per dare la propria testimonianza, per indossare la maglietta con i disegni di mamma e papa’, per farsi la foto da girare a tutti i contatti possibili e dire io c’ero, per far volare in cielo un grappolo di palloni rosa e celeste, per sventolare la propria bandiera o per attaccare il proprio striscione comunque per percepirsi parte di un corpo da cui sentirsi rappresentato.
Un corpo fatto di carne e non di poltrone, fatto di gente come noi e come tantissimi di noi che hanno percorso km a proprie spese e a spese dei familiari a cui hanno sottratto tempo e attenzioni, per fare formazione e informazione su un tema che stava passando per il buio. Si ce lo prendiamo questo merito con tutti quegli amici che ci hanno seguito, che hanno fatto da cassa di risonanza perche’ si mettesse in luce l’inganno.
Questo corpo che si e’ formato vuole restare unito, perche’ venga difeso il diritto del bambino e non assecondato il desiderio dell’ adulto, visto che l’unico diritto inalienabile per un bambino e’ quello di avere un padre e una madre, di sapere da chi e’ stato generato, perche’ non vi identità senza origine. Questo e’ il nodo più doloroso di un disegno di legge come quello della Cirinna’, che ostacoleremo in ogni modo, perche’ come in una matrioska ha dentro non la parità dei diritti tra persone, ma la pretesa nascosta di trasformare i desideri di adulti ricchi e potenti in diritti che schiacceranno quelli dei bambini, che verranno comprati e adottati, costretti a rinunciare alla fondamentale complementarietà delle figure di papa’ e mamma.
Oggi questa piazza ha conosciuto l’ inizio di una lunga strada che starà dalla parte di chi non ha voce e non arretreremo di un solo passo se la scuola non verra’ liberata da questa deriva relativista che vuole sottrarre ai nostri figli, l’essere per dare l’avere, di un groviglio esistenziale di cui saremo responsabili se ci riconosceremo in coloro che avranno taciuto.
Da oggi si riparte ma senza lasciare vuoto il dibattito pubblico, perche’ l’appuntamento e’ la prossima tappa, prestissimo, quando ci ritroveremo di nuovo e ancora più numerosi. 
Scriveremo ogni giorno, continueremo ad incontrare persone, famiglie, nonni, genitori, docenti, giovani, persone comuni, persone con il semplice desiderio di sapere e di partecipare, continueremo a farlo a spese nostre perche’ non abbiamo avuto un solo euro da nessuna di quelle lobby che finanzia centinaia di migliaia di euro, per progetti che oggi più che mai le famiglie rifiuteranno e bandiranno come contrarie all’educazione che intendono dare ai propri figli. 
Le mode non risucchiano coloro che vogliono capire, che vogliono partecipare, che comprendono il peso che può avere il popolo quando pensa, decide e agisce. 
Continueremo a ripetere che il valore della famiglia e’ deposito di ricchezza civile e costituzionale, non di un’ elite di cattolici preistorici, questa di battuta fa sempre parte di quel genio originale che ci accompagna facendoci anche ridere un po’….

La famiglia e’ quello che Cicerone già chiamava principium  urbis, e’ quella che fabbricava pilastri di cemento armato quando ancora non se ne conosceva l’esistenza, per fondare la società e per riconoscere che dell’affetto che lega due persone, nessuno ha diritto di esprimere giudizio alcuno, ma su quel che riguarda i bambini, non solo ce lo impongono le grandi convenzioni internazionali ma la nostra coscienza di persone adulte animate dalla ratio e dal buon senso. 

 Su questo buon senso che ha animato una piazza inter culturale e costituzionale, i cui natali del Comitato “difendiamo i nostri figli”  sono datati, forse non a caso il  2 giugno, pensiamo che quel buon senso sia lo stile con cui raccogliere tutte le proposte, di quanti  hanno già inondato i social e le linee telefoniche, per ringraziare,  allearsi, proporre,  solidarizzare con la ragionevolezza, con quel sentire di popolo che ora le stanze di palazzo devono ascoltare, assumersi la responsabilità di schiacciare quei bottoni,  mentre il popolo corre per pagare le tasse, per far quadrare bilanci familiari, per sostenere quei padri disperati senza lavoro, il popolo si è espresso e ignorare le istanze di questa piazza significherà ignorare la storia, i suoi totalitarismi, i suoi indottrinamenti, la sua forza distruttrice quando non guarda più agli ultimi,  ma di essi si fa scudo per imporre il giogo dei forti a danno dei più deboli.
 
Giusy D’Amico

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