Il termine rivoluzione, spesso associato a situazioni di caos, di emergenza sociale dove è lecito attivarsi in ogni modo e con ogni mezzo, per contribuire ad un ordine  sostanziale del problema, rispecchia in qualche misura ciò che sta vivendo il nostro paese.

Una rivoluzione sul piano antropologico, sociale, politico e culturale, quale si sta delineando da circa un anno, in Italia, e che  ha proporzioni, non ancora quantificabili sul piano della ricaduta educativa, in questa e nelle prossime generazioni.

Essa  non risponde ai canoni di cui sopra, almeno non nel suo porsi, ha modalità di espressione, silente, subdola, essendo riuscita ad elaborare modalità di approccio e di interpretazione della “novità culturale”di cui si fa portavoce.

Ma la vera rivoluzione alla quale stiamo assistendo ha proporzioni enormi e gravissime per l’educazione.

La Teoria del Gender, termine inglese che sta per, genere, vuole proporre in qualche modo una visione dell’uomo asessuata, neutra, fluida, adattabile alle varie esperienze e sensibilità del proprio percorso di vita.

Una nuova libertà di costumi, pensiero, relazioni, una nuova visione della mia  identità sessuale che posso costruire,  a prescindere dal dato biologico di partenza.

Il mio essere uomo pur essendo maschio, non dipende dalla connotazione sessuale propria del mio essere creato come tale, ma sono uomo per un condizionamento socio culturale, che nel tempo ha creato uno stereotipo, al quale ho dovuto aderire senza piena coscienza e libertà.

 L’assunto è,  che se mi libero dello stereotipo, posso finalmente percepirmi Queer, cioè situarmi in qualunque orientamento sessuale possibile, fluido, per l’appunto.

L’ideologia vive un’ ossessione vera e propria rispetto ai modelli naturali, sociali e culturali, donna/uomo, comunemente condivisi.

Il dato inquietante oltre quello che si evince da tale introduzione, è che  il ribaltamento rispetto all’ evidenza del dato di natura, è proposto come qualcosa che rispecchia la vera compiutezza dell’uomo , la sua liberazione da ogni forma precostituita e la sua progressiva crescita in una dimensione sempre più edonista e relativista.

Tutto questo sta passando come un nuovo modernismo, già sperimentato e approvato a livello mondiale ed Europeo, un progressismo al quale bisogna adeguarsi, pena, essere tacciati come retrogradi, medioevali ed oscurantisti.

E’ entrato in Italia, strettamente associato alla proposta di legge  Scalfarotto sull’omofobia, passata al Senato nell’estate 2013, in  seguito al mega finanziamento stanziato dall’allora governo Monti, previsto per il 2012, fino a tutto il 2015.

Il fondo pari a dieci milioni di euro, la firma è della Fornero, è stato messo a disposizione per la lotta alla discriminazione dei generi sessuali.

Pensiamo che in tempi di grande austerity, una somma così rilevante per una problematica praticamente inesistente, a coloro che si sono interessati subito all’argomento, è parsa un’emergenza strumentale, come poi si è rivelata.

Questo finanziamento, potremmo connotarlo come  vergognoso, se pensiamo alle vere emergenze del nostro paese, come la disoccupazione che oggi tocca numeri da dopoguerra…, per non citare tutte le nuove forme di povertà connesse ad una gestione di politica egoista e disinteressata alle vere priorità dei cittadini.

Questo finanziamento gestito ed incrementato da potenti lobby politico economiche, ha sostenuto tutte le attività dell’UNAR, l’ufficio Anti Discriminazioni Razziali, il cui unico obiettivo ormai acclamato, è la lotta alle forme di bullismo omofobico nella scuola, lotta contro il femminicidio dove dietro c’è il movimento femminista radicale, lotta per far prevalere nelle scuole di ogni ordine e grado, un progetto di  rieducazione (perché questo ha pretesa di essere!)al pensiero unico e dittatoriale del Gender. Tutti cavalli di Troia per meglio introdurre sotto false vesti, una nuova e pericolosa antropologia.

Questo senza tenere conto ad esempio delle altre emergenze strutturali della scuola italiana, dove il bullismo omofobico ha una casistica davvero irrisoria, mentre la carenza di organico, il mancato riconoscimento per i casi di iper attività (causa di maggior destabilizzazione della classe), e l’emergenza della messa in sicurezza dei plessi rappresentano davvero aspetti critici ed urgenti per i quali non si fa menzione.

Basterebbe dire che i nostri figli e alunni sono costretti a portare carta igienica e scottex, dove invece l’intera operazione  sostenendo costi altissimi continua ad essere presentata al paese come una emergenza che non ha i dati per ritenersi tale.

Basti pensare che il Pew Reserch Center classifica l’Italia nella top ten dei paesi più gayfriendly al mondo…

Ma come se non bastasse i dati OSCAD in Italia fanno riferimento a  83 casi in due anni di avvenute segnalazioni, da verificare …come atti di discriminazione di genere …

L’Unar  ha elaborato una Strategia Nazionale, sul modello dell’OMS( Organizzazione Mondiale della Sanità) per il Contrasto della Discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, insieme a 29 Associazioni LGBT (sigla che sta per Lesbiche, gay, transessuali, bisessuali, queer) che non hanno tenuto in nessun conto il parere di genitori ed insegnanti rispetto ad una proposta che ora vedremo ha dell’incredibile…

Il documento a livello internazionale e facilmente consultabile in rete, per chi non lo sapesse dice, nella sezione da 0 a 4 anni :

– si favorisca un atteggiamento positivo verso il corpo e tutte le sue funzioni,  gioia e piacere  nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce, scoperta dei propri genitali, acquisire consapevolezza dell’identità di genere, esprimere i propri bisogni desideri e limiti nel gioco del dottore…

Risparmiamo per motivi di spazio l’intero documento che potete immaginare come prosegua fino le scuole superiori…ma è importante soffermarsi su alcuni aspetti che hanno linee estremamente discutibili e allarmanti.

Il macro finanziamento aveva lo scopo e lo avrà fino al 31 dicembre 2015, di finanziare tutti quei progetti all’insegna del Gender, che sono entrati ed entreranno sotto falsi nomi come educazione sentimentale, affettiva, sessuale, ma non solo, perché si sta assistendo ad una proposta continua spesso non legata a tematiche di genere, ma che poi le contengono.

Altra iniziativa che verrà imposta, sarà rieducare il corpo docente alle teorie di genere, dirigenti, collaboratori scolastici etc. in aggiunta la proposta chiede che vengano inseriti tali corsi all’interno dei percorsi di studio delle Scienze Umane.

Da queste linee guida sono stati prodotti dall’Istituto Beck e divulgati, dei libretti, ” Educare alla diversità “, che pagati da noi contribuenti, hanno circolato liberamente nelle scuole, senza alcuna autorizzazione, nè da parte del Ministero delle Pari Opportunità, che per bocca del vice ministro Guerra che ne ha delega ha dichiarato di essere estranea ai fatti e neanche il Miur era stato informato al riguardo.

Libretti contenenti  un chiaro indottrinamento all’omosessualità.

Tutto questo grazie all’ispezione e alla denuncia dell’associazione dei ” Giuristi per la vita “che in un secondo momento ha rivisto su Milano, gli stessi materiali titolati diversamente, ” Impari a scuola”.

Quello che ha maggiormente messo in allarme, ma non troppo ancora..genitori ed insegnanti è stata la loro  totale estromissione.

In questi libretti la famiglia uomo/donna è  definita come uno “stereotipo da pubblicità”, gli insegnanti esplicitamente invitati a “non usare analogie che facciano riferimento ad una prospettiva etero normativa”, problemi di matematica impostati così : ” Rosa e i suoi due papà hanno comprato tre lattine di thè freddo al bar…

Dopo questo episodio, si sono moltiplicate iniziative progettuali subdole come storielle titolate ” Il segreto di papà…”, fiabe a fondo omosessuale, per non parlare di libretti con narrazioni illustrate dal titolo ” Perché ho due mamme?”,  dove viene spiegato ai bambini che in Olanda ci sono delle cliniche dove degli uomini buoni regalano  i semini che servono alle mamme, anche tanti uomini per motivi diversi hanno bisogno dei semini per fare i bambini…”

Da quel momento è partita una seria campagna di informazione da parte di tutti i soggetti coinvolti e di quanti iniziavano a voler indagare per capire sempre meglio la natura ,le intenzioni recondite di tali manovre.

Prima fra tutte le motivazioni, vi è alla base l’obiettivo di imbavagliare le coscienze, acquisire diritti  e larghi consensi a matrimoni omosessuali, adozioni per coppie gay, uteri in affitto e quant’altro.

Dietro vi è un movimento culturale nato negli anni ’50, vi è il femminismo radicale, oltre un giro di miliardi dalle proporzioni incalcolabili.

E’ un attacco  molto serio alla famiglia, verso la quale è in atto un progetto distruttivo, con l’obiettivo prioritario di rappresentarla come il terreno incriminato per il perpetuarsi degli stereotipi di genere, il bambino sarà orientato ad imitare il Padre così come la bambina seguirà l’immagine della Madre, connotati in questo anno con Genitore 1, Genitore 2.

Tutto è finalizzato a sminuire, colpire e distruggere l’istituto matrimoniale, del quale Cicerone stesso  amava dire ” Principium urbis”.

Destrutturare la famiglia significa educare le nuove generazioni a credere che non vi sia una solidità nell’istituto matrimoniale, da garantire sicurezza educativa, genitoriale, luogo accogliente per una crescita armonica dei propri figli.

Significa porre allo sbando generazioni di bambini orfani di genitori vivi, perché se la famiglia non è più luogo sicuro e garantito dall’unione di un uomo e di una donna, di un padre e di una madre, chi saranno i genitori 1 e 2 del futuro?Due mamme, due uomini, due donne e un uomo, due uomini e tre donne  e così via?

Non è esagerazione, quando il binomio uomo donna , da sempre ha rappresentato il  luogo per eccellenza della vita che si rinnova,  il riferimento naturale, secolare del dato biologico incontrovertibile che si nasce dall’unione di un uomo e di una donna, che fine farà?

Attaccare la famiglia equivale ad aprire le porte alla molteplicità di famiglie, cui verte tutto il progetto LGBT.

 Due persone dello stesso sesso che si vogliono molto bene sono una coppia affettiva, non sono una famiglia, poiché in essi manca il dato di riferimento generativo, i figli che saranno desiderati come diritti, non terranno conto del vero diritto di ogni bambino a sapere da chi è stato generato!

I desideri dei ricchi omosessuali, non sono automaticamente diritti,  perchè trascurano egoisticamente altri diritti inalienabili, ad esempio  del  diritto alla salute per quelle donne che dovranno donare ovuli, sottoponendosi a bombardamenti ormonali nocivi, chi ne terrà conto? Le donne indiani e thailandesi che per diecimila euro affittano il proprio utero, a volte anche per molto meno, vista la povertà che incombe in quei paesi, chi le tutelerà?

Se il bambino nasce malato sarà lasciato alla madre, questo da contratto…poi che ne sarà di quel bambino?

Quando sarà nato quel prodotto ordinato come ad un bancone del mercato di chi sarà figlio?

Avrà la mescolanza di un’ovulo di madre X, l’utero di madre Y, dopo essere stato strappato dal seno della madre, avrà due genitori uomini dal seme mescolato, affinché sia figlio di entrambi?

Bisogna denunciare questi orrori di manipolazione della realtà e del dato di natura da tutti riconosciuto.

Bisogna opporsi a questa dittatura che purtroppo ha dalla sua parte i poteri forti dello stato, il dio mammona che ne è a capo, come una gigante piovra sta mettendo ovunque i suoi tentacoli, nella scuola prima fra tutte, indottrinando dal  nido fino ad arrivare nelle grandi Università

 E’ dentro la politica , perché già è in atto la spartizione della torta…la televisione non ne parla perché il popolo non deve intervenire nel dibattito, ma in modo sistematico introduce le unioni omosessuali o comunque un riferimento puntuale a questo, in pubblicità, cortometraggi, serial televisivi, talk show dove si intervistano famiglie “arcobaleno”dai tratti felici, sorridenti, per poi intervistare la famiglia separata, distrutta, ferita…

Davvero é necessaria una mobilitazione nazionale affinché nel nostro paese non passino derive così pericolose per il futuro dei nostri figli.

Ricordiamo a coloro che ci prendono per allarmisti che le grandi dittature sono passate senza che ce ne avvedessimo, allora non possiamo lasciare che le atrocità del secolo scorso, i campi di rieducazione ritornino, seppur sotto vesti diverse.

 

Il Presidente

Giusy D’Amico

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