La pessima fine del sistema nazionale di istruzione non è un destino segnato dall’emergenza Covid-19, ma da un piano ideologico contro la famiglia e la libertà di educazione.
Si è scritta il 21 luglio 2020 la pagina peggiore per il sistema di istruzione del nostro paese, la furia ideologica del M5s ha bocciato le mozioni a favore di una soluzione sicura, immediata, garantita da studi scientifici per una ripartenza serena a settembre con il sostegno delle scuole paritarie che sono a tutti gli effetti scuole pubbliche e fonte di risparmio per lo Stato.
Si è cercato in ogni modo di reggere l’ondata anomala di questa pandemia con nuove alleanze tra scuola e famiglia, nuove competenze acquisite dai docenti per attuare una didattica a distanza che potesse colmare in stato di emergenza quel vuoto emotivo didattico relazionale con 8mln di studenti.
Si è cercato di fare molto e molto si è fatto, ma la crisi a cui è esposta la scuola che da settembre vivrà un tracollo, è un obiettivo pianificato da tempo e voluto da una certa politica del M5s che ha chiuso qualunque strada alla possibile soluzione ad esempio del dove e come collocare quel 15% di alunni italiani che da settembre non avrà più stabile dimora.
Questo governo ha dichiarato il decesso del sistema nazionale di istruzione, convertendo in lusso, il diritto allo studio.
Sarà un lusso avere un aula e doppio lusso iscrivere i figli alla scuola paritaria pagando due volte con la retta e con le tasse, o pensare al sistema di home schooling.
Tutto costoso, tutte emorragie di tempo e denaro dove il costo più alto come sempre dovranno pagarlo i cittadini.
Oggi la scuola pubblica tutta si è ridotta a formare non più insegnanti educatori ma tecnici.
Vantarsi di una scuola digitale, come soluzione al futuro incerto che vi è innanzi, è una posizione che poco ha a che fare con l’educazione.
La scuola digitale terrà lontane le relazioni empatiche e costruirà saperi di plastica dove il panorama offerto alle famiglie sarà un rientro nel caos e poi tutti a casa con la DAD.
Questo governo aveva finalmente l’occasione per applicare la L. 62 /2000 sulla parità scolastica attuata in tutta Europa tranne che da noi, scrivendo la nuova pagina storica sulla libertà di scelta educativa dei genitori e per la riqualificazione della scuola pubblica tutta.
Aveva la possibilità di risollevare le famiglie, italiane I cui figli iscritti nelle scuole pubbliche paritarie, non potevano più pagare le rette (se pur bassissime perché a servizio delle fasce più fragili).
Aveva finalmente l’occasione di premiare il grande sforzo delle famiglie che con la DAD hanno contribuito seriamente alla gestione dell’istruzione dei figli e alla tenuta psicofisica del paese.
Non dimentichiamo quel milione e seicentomila alunni non raggiunti dalla didattica a distanza e che ora avranno enormi difficoltà di ripresa e che il governo sta ignorando.
Li condannerà a vagare con quel 15% tra palestre, caserme, musei e cinema, senza neanche aver indicato almeno un criterio sul come accadrà tutto questo.
La soluzione già c’è, è stata trovata e subito proposta al Parlamento grazie al contributo tecnico dell’istituto Bruno Leoni : inserire quel 15% prevedendo un costo standard per allievo nelle scuole paritarie pronte ad accoglierli.
Questa operazione che rappresenterebbe un risparmio per lo Stato e per le famiglie è stata ignorata dal Movimento 5S ed è ancora ferma sul tavolo di governo al cui vaglio si sono alternate tutte le forze politiche mostrandosi assolutamente favorevoli a questa soluzione del costo standard per allievo, poiché hanno riconosciuto il dato di grande libertà per la scelta educativa della famiglia e il grande tornaconto per le casse di uno Stato che paga per un alunno di scuola statale 8,000 euro e ne spende solo 500 per un alunno di scuola paritaria.
Dopo la grandissima trasversalità politica e culturale mostrata nel Flash mob organizzato da Non si Tocca la Famiglia con la sigla #LiberiDiEducare insieme a moltissime sigle il 18 giugno e nel webinar del 15 giugno a cura di Pro Polis Persona, si è avuta la maggioranza politica su questi temi.
È stata condivisa la necessità di sostenere le scuole paritarie come parte integrante dellunico sistema pubblico di istruzione capace di salvare oggi la scuola pubblica tutta , solo l’area 5stelle ha negato ogni intervento di sostegno alle famiglie più in difficoltà.
La grande vittoria ottenuta subito dopo la Maratona per la famiglia con l’aumento dei fondi alle scuole paritarie raddoppiati da 150 milioni a 300 milioni ( aiuti soprattutto alle famiglie non alle scuole) , certamente ha confermato che la resistenza di buon senso fondata sui numeri non sulle chiacchiere, portati da Suor Anna Monia Alfieri in commissione bilancio, ha portato i suoi frutti.
In questo momento storico non possiamo distrarci perché c’è in gioco la nostra libertà, la qualità dell’istruzione che non può essere scissa dall’educazione .
Chiediamo dunque più parità per le paritarie, meno chiacchiere e più fondi alle famiglie, più serietà ai patti territoriali, più autonomia e finalmente l’applicazione della L. 62/ 2000 sulla parità che già esiste.
Le 12.564 scuole paritarie italiane che sono frequentante da 866.805 studenti si sono già rese disponibili. Per il milione e 139.889 allievi che costituisce il famoso 15% che non potrebbe entrare in classe la scuola non è da costruire o spendere per inventarsi o recuperare spazi dismessi. Ci sono scuole pubbliche paritarie belle e comode, dotate di tutte le autorizzazioni igienico-sanitarie necessarie. Una scuola nuova costa almeno 9 miliardi di euro e ricavarne una da un edificio dismesso non costa meno. Farlo a tutti i costi, per di più a fronte di una soluzione alternativa che c’è e che costa meno, sarebbe un’operazione davvero folle perché costosa e ideologica.
Torneremo a Montecitorio come Associazione Non Si Tocca la Famiglia insieme agli amici di #LiberiDiEducaree con tutti coloro che hanno corso con noi la #MaratonaPerLaFamiglia, stavolta per protestare, il 18 giugno eravamo lì per sostenere il lavoro dei parlamentari adesso dopo la grande vittoria del raddoppio e la grande delusione delle mozioni bocciate, bisogna continuare a lavorare, perché abbiamo visto che le grandi convergenze e le piazze portano un gran bene.
Non possiamo lasciare che la scuola muoia per mano di chi ha bruciato le soluzioni del già, qui e ora, per mano dell’unico partito politico che passerà alla storia per aver sancito volontariamente l’epoca degli sprechi, poi vedremo…del pressapochismo, del furore ideologico a danno della libertà di scelta educativa della famiglia , dei bambini, dell’educazione.
Una seconda lettera ai Parlamentari è stata nuovamente sottoscritta dalle Associazioni del webinar di giugno per dire basta alle discriminazioni tra studenti ricchi e poveri, la scuola deve essere di tutti!
Si chiede
– nel Decreto Agosto, di votare l’emendamento che aveva già ottenuto in precedenti discussioni parlamentari un consenso ampio: la deduzione delle rette pagate dalle famiglie, secondo il tetto massimo del costo standard di sostenibilità per allievo pari a 5.500 euro;
– Si stipulino, rapidamente PATTI EDUCATIVI fra scuola pubblica statale e paritaria, nei quali vengano declinate soluzioni perché tutti esercitino il proprio diritto alla libertà di educazione, ad esempio: – spostando una classe (allievi e docenti) dalla statale alla paritaria vicina; – destinando a quel 15% di allievi delle scuole statali che non potranno più accedere a plessi lontani, una quota capitaria che abbia come tetto massimo il costo medio studente o il costo standard di sostenibilità per allievo.
Roma, 10 agosto 2020