All’attenzione del Ministro dell’Istruzione
Lucia Azzolina S.P.M.
Signor Ministro,
come genitori, vogliamo esprimere preoccupazione per i piani da lei esposti in queste settimane riguardo le prospettive, da noi non condivise, sul rientro in aula a settembre.
Il pronunciamento del Comitato Tecnico-Scientifico istituito per l’emergenza Coronavirus ha reso noto il documento con le misure per il rientro a settembre, dove l’uso previsto per 8 ore al giorno delle mascherine dai sei anni in su – secondo noi – condannerebbe i bambini ad un isolamento psicologico basato sulla paura dell’altro, produrrebbe una comunicazione sterile senza empatia e spontaneità, oltre al ricircolo per 8 (otto) ore delle esalazioni di CO2 nei polmoni e nel cervello dei nostri figli.
Temiamo la predisposizione di una generazione di individui con disturbi della socialità e dipendenze da dispositivi tecnologici, fobie della prossimità fisica, diffidenti verso i compagni o timorosi della stessa aria che respirano pensando possa veicolare morbi incurabili, perché tutto questo è l’anticamera per la costruzione di un vuoto nel processo di stabilità emotiva del bambino, cui dovrebbe contribuire a creare la scuola, ma con questi parametri sarà molto difficile.
Qualora fosse riproposta la D.A.D. (didattica a distanza), a prescindere dal cambiamento del panorama emergenziale, siamo qui a dire subito che prenderemo noi le distanze da un metodo di apprendimento che non raggiunge gli animi in crescita dei nostri bambini, e poiché l’educazione è cosa di cuore non può diventare educazione da tastiere.
Impensabile anche la proposta della metà didattica a distanza, metà in presenza a scuola, perché vi è il grande dramma sul come faranno i genitori che lavorano, ad organizzare la gestione dei bambini che lascerebbero soli a casa.
L’emergenza con le sue misure di urgenza non può tramutarsi in normalità.
La digitalizzazione allontanerà la passione con cui gli insegnanti fino ad oggi hanno dato sé stessi nella relazione con i propri alunni e riproporrà con forza anche i pericoli delle dipendenze.
Vorremmo che il Ministero della Pubblica Istruzione predisponesse in modo pedagogico anche un linguaggio in positivo per spiegare ai bambini certe misure di sicurezza per il rientro, come: “avvicinamento prudente” più che “distanziamento sociale”, un nuovo approccio linguistico per facilitare nel bambino un vissuto di situazioni nuove in cui la prudenza è buona alleata, ma la diffidenza unita alla paura, non lo è mai.
In tale incerto orizzonte ci stiamo comunque organizzando con altri genitori che credono al valore di alcuni dei pilastri collegati al rischio educativo che sentono di assumere molte famiglie, a organizzare , dove possibile, gruppi di Educazione Parentale (“Home Schooling”), senza paura, traumi, psicosi ingiustificate e soprattutto senza supporti digitali dannosi per la vista e per l’attenzione e per l’educazione tutta.
Questo accadrà in molte famiglie qualora si ripresentasse la Didattica a distanza su cui abbiamo appena espresso parere negativo.
Ci rifiutiamo di sposare la retorica del panico e dell’emergenza con i nostri bambini, chiedendo che a settembre sia previsto il rientro senza l’uso di mascherine.
Roma 5 giugno 2020
In fede
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