Educazione sentimentale nei licei del Piemonte? No grazie ci pensa la famiglia.

 

URGE il punto sulla libertà educativa dei genitori nella scuola, non si può soggiacere l’indottrinamento su fanciulli e ragazzi,  ad opera di un sistema che tende ad espropriare la famiglia del suo diritto ad essere la prima agenzia educativa  evitando ingerenze stataliste, i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai propri figli  soprattutto rispetto a temi sensibili  non condivisi.

Come se non bastassero rete, social, pressione mediatica e politica sui nostri bambini e ragazzi a convincerli di tante storture, era necessario pure che ci si mettesse la scuola…

Trattare in classe, tematiche troppo delicate come l’educazione sessuale, affettiva, di genere, contrastare le discriminazioni e il bullismo spesso con una lente politicamente orientata e senza l’autorizzazione dei genitori, è qualcosa su cui non lasceremo respiro al nuovo governo perché non vengano invasi spazi tanto intimi della vita dei nostri figli.

 

Siamo in una stretta morsa verso la definizione di quel che dovrà rappresentare il nuovo Patto di Corresponsabilità Educativa già sottoscritto all’unanimità dal Fonags e rimasto in un cassetto da poco prima delle elezioni di Marzo.

L’ex ministro Valeria Fedeli nel mese di Febbraio aveva annunciato con una nota, la condivisione del testo finale del nuovo PEC sottoscritta dalle associazioni dei genitori prima dello scioglimento delle camere.

Adesso attendiamo che il nuovo governo definisca in modo chiaro e urgente entro il mese di settembre, considerato che siamo alle porte del nuovo anno scolastico, quanto spetta alle famiglie in ordine alla libera adesione dei propri figli a percorsi educativi non sempre ritenuti utili dai genitori.

Itinerari educativi posti in orario scolastico ma che per natura devono rimanere facoltativi, poiché non attengono al curricolo obbligatorio delle discipline e devono rimanere attività opzionali e a discrezione della famiglia.


Il PTOF (quale ampliamento dell’offerta formativa ormai triennale) deve prevedere che nel PEC (patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia) sia contemplata e definita la totale facoltatività di tutti questi percorsi, mettendo in condizione le famiglie di valutare fino in fondo l’utilità delle proposte, mediante schede dettagliate sul chi svolgerà il percorso, come, con quali supporti didattici, coadiuvato da quali esperti, etc…

La Legge 107 -2015 parla di come le associazioni dei genitori in generale, quindi anche Non Si Tocca La Famiglia come altre, non solo quelle del Fonags (art. 14,b5) debbano essere ascoltate in ordine a proposte e pareri sulla predisposizione del Piano dell’Offerta Formativa.

 

Come associazione di famiglie proponiamo la tutela dell’educazione su tali temi mediante la richiesta esplicita di consenso dei genitori ed eventuali proposte alternative a quei corsi di cui non si condivide l’impianto e il contenuto.

Nel legittimo esercizio di tale libertà di scelta educativa, gli alunni esonerati da specifici percorsi devono poter avere accesso ad attività alternative perché venga rispettato il diritto allo studio di ogni discente.

Sembra essere diventata necessità educativa ad esempio, la famosa quanto controversa educazione sentimentale/ di genere che rimasta arenata in commissione cultura alla Camera, sta tentando ora per altre vie di entrare a tutti i costi attraverso le regioni nelle scuole Superiori, per esempio in Piemonte.

Educazione di Genere raccomandata dal Consiglio d’Europa (attenzione: raccomandata…quindi non obbligatoria) ha registrato per esempio nei paesi del Nord Europa un clamoroso fallimento.

Non si capisce perché dovremmo importare in Italia un progetto educativo rivelatosi fallimentare, visto che in quei paesi i tassi di violenza sulle donne registrano numeri preoccupanti.

In Italia per esempio siamo agli ultimi posti.

Perché importare l’educazione di genere, con tale insistenza quando in sede di sottoscrizione del trattato di Istanbul il nostro paese aveva espresso proprio delle riserve in ordine all’uso del termine “genere” a noi estraneo nel linguaggio costituzionale e interpretabile in modo ambiguo.

 

Con i bambini non si può sperimentare…

L’educazione di genere non può essere imposta come “la soluzione” ai conflitti tra i due sessi e veicolare un’antropologia non condivisa da coloro che costituzionalmente sono i primi educatori dei figli, cioè i genitori.

Noi rappresentiamo genitori e docenti che desiderano educare i giovani al rispetto e prevenire ogni discriminazione, ma seguendo linee e contenuti più condivisi non imposti dall’Europa, perché in tal senso non abbiamo alcun obbligo di applicazione.

L’impianto femminista radicale che spesso emerge da questi itinerari educativi rischia di alimentare quei conflitti tra i due sessi, individuando sempre nell’uomo l’unica causa delle violenze – sempre e comunque da condannare – sulle donne, e quindi un uomo da tenere lontano e da cui guardarsi, come l’orco sempre pronto ad aggredire.

Noi pensiamo che vadano ristabilite alleanze tra uomini e donne e non diffidenze tese ad alzare muri.

Pensiamo sia necessario promuovere la parità di diritti, di opportunità e dignità tra maschi e femmine, ma recuperando con onestà, la frattura che in molti casi, lo stesso femminismo ha alimentato nei loro rapporti, che vada recuperata e valorizzata l’inestimabile ricchezza delle loro differenze e non promossa una parità che vuole l’uguaglianza a tutti i costi riducendo l’Universo donna, uguale all’ Universo uomo.

Quell’unicità inscindibile nei tratti dell’umano si distingue nell’ineludibile differenza tra i sessi, coinvolge la bellezza delle relazioni che si nutrono delle diversità che le contraddistinguono.

 

Valorizzare dunque, non indebolire diluendo le caratteristiche che ci rendono diversi.

Come Associazione Non Si Tocca La Famiglia per esempio esprimiamo ogni riserva in merito alla sperimentazione decisa per il prossimo anno scolastico dal Consiglio regionale piemontese dall’Associazione Filosofia in Movimento che in tutti i licei di Torino e di tutto il Piemonte pensa introdurre come “la nuova materia” sulle ragioni del cuore e della relazione tra i sessi, la chiama così l’Espresso nel numero del 5 Agosto.

La novità assoluta, così viene chiamata, è stata fortemente voluta dal consigliere pd Gabriele Molinari il quale è bene che a fronte di tale proposta tenga in considerazione anche le controproposte delle associazioni dei genitori che come noi di Non Si Tocca La Famiglia abbiamo pronte da applicare nelle scuole.

Chiediamo anche al consigliere Molinari ma lo faremo sottoponendo la questione al nuovo Ministro dell’istruzione Bussetti, che sull’ introduzione di questo percorso educativo venga richiesta a tutti i genitori e agli alunni anche se maggiorenni, l’autorizzazione per trattare questi temi in orario scolastico. Ci faremo garanti di questo diritto sollecitando in ogni modo, una puntuale e preventiva informativa alle famiglie e garantendo il diritto di offrire percorsi alternativi a quelli offerti dall’associazione Filosofia in Movimento perché la scuola sia veramente un luogo plurale dove esercitare il proprio diritto ad educare secondo principi condivisi e non secondo diktat scesi dall’alto.

 

Dopo la manifestazione davanti al Miur il 17 giugno del 2017, con oltre settecento genitori, l’ex ministro Fedeli ci aveva garantito che avrebbe inserito nel nuovo PEC la modalità di Consenso Informato Preventivo per definire pubblicamente il nuovo Patto di Alleanza tra scuola e famiglia.

Decaduto il suo incarico, pensiamo che oggi siano maturi i tempi per vedere tutelata la libertà di educazione della famiglia con il sostegno di un Ministro della famiglia come Fontana, e con la presa in carico da parte del Ministro dell’Istruzione Bussetti del documento relativo al nuovo PEC pronto e già firmato all’unanimità dal Fonags.

Intanto come Associazioni ci ritroveremo a Roma il 29 Settembre per la giornata di formazione “Sapere Per Educare” per continuare ad alimentare la rete nazionale di genitori, docenti, famiglie e associazioni impegnate nella tutela dell’educazione con uno sguardo privilegiato per i genitori a scuola, per la loro formazione, condividendo azioni efficaci, volti ad una piena collaborazione tra scuola e famiglia.

 

Non pensiamo sia necessario tornare sotto le finestre del Miur per vedere rispettato e ufficializzato questo diritto, anche perché avendo invitato i due Ministri a partecipare a questa giornata di formazione, attendiamo da loro un saluto istituzionale che rassicuri le famiglie in ordine a questi temi proprio in apertura del nuovo anno scolastico e in presenza di un governo che si è mostrato così sensibile al tema della famiglia.

Non riteniamo quindi che il Ministero possa imporre nel sistema educativo nazionale, l’educazione di genere come unica via di risoluzione ai conflitti tra uomini e donne.

Questo significherebbe svilire la portata e l’efficacia educativa delle innumerevoli proposte che possono essere ugualmente valide ed efficaci nell’obbiettivo di contrastare qualunque forma di discriminazione.

La scuola ha avuto sempre a cuore la costruzione di un clima di accoglienza di cui si è fatta sempre garante in modi e tempi diversi, nelle numerose proposte di sana convivenza civile per incentivare  un sistema di valorizzazione dell’altro nel rispetto le differenze di ciascuno per l’arricchimento di tutti.

 

Uno Stato che si dice democratico non può omettere di salvaguardare la libertà dei cittadini soprattutto quando anche la nostra Costituzione prevede proprio la tutela del diritto dei genitori ad educare i figli.

I trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, quella sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, gli art. 29, 30, 33 e 34 della nostra Costituzione italiana, gli art. 316 e 147 del Codice Civile; tutta la Normativa, anche più recente, specie in tema di Autonomia scolastica, concernente la partecipazione di tutte le Componenti la Comunità Scolastica, convergono sulla necessità che la famiglia abbia  la centralità nel processo educativo dei propri figli. Diamo più spazio e sostegno alle famiglie perché’ solo così daremo forza al nostro paese nello sforzo di custodire il ruolo fondamentale dei genitori nel processo educativo che tiene saldi i cardini delle relazioni in una società già estremamente confusa.

 

Per il momento invitiamo quanti seguono con interesse questi temi e la salvaguardia del diritto di educare della famiglia, a partecipare al Seminario di formazione gratuito “Sapere Per Educare” che si svolgerà a Roma presso l’Ateneo Regina Apostolorum il 29 Settembre, l’iniziativa giunta alla sua terza edizione vuole consolidare  di anno in anno una rete di azioni efficaci per sostenere l’alleanza tra scuola genitori e docenti nell’ottica di una corresponsabilità attiva e  vigilante,  sempre più orientata a tutelare la ricchezza della famiglia nell’educazione responsabile dei figli.

Attendiamo la partecipazione di educatori, famiglie, dirigenti scolastici, associazioni e appassionati dell’educazione per sostenere la fatica ma anche la gioia di educare i nostri figli, i nostri alunni e le nuove generazioni.

Per informazioni e iscrizioni alla giornata di formazione del 29 Settembre presso l’Ateneo Regina Apostolorum scrivere a sapereducare@gmail.com

Roma 20 agosto 2018

                                                                    
                                                                    L’Ass.ne NON SI TOCCA LA FAMIGLIA
                                                                                   IL PRESIDENTE                                                                             
                                                                                    Giusy D’Amico

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