—- da una riflessione di Giusy D’amico Presidente Ass.ne Non Si Tocca La Famiglia ..Leggendo Decostruzione di stereotipi…
Stanno insegnando ai nostri figli che tra le costruzioni culturali da demolire, c’è quello della donna come figura materna, (solo così era possibile la  demolizione susseguente del padre)  non le si addice più questo ruolo da chioccia dove il suo estro, è sottomesso a legami che la rendono subalterna all’uomo, (non di rado dipinto come il mostro da cui guardarsi) noi sappiano invece che quelle tracce di eterno, connaturate al suo essere donna, la equiparano in qualche forma al Creatore, visto che solo a lei è stata consegnata la possibilità di fabbricare la vita. 
È per questo che la si vuole stravolgere, per non lasciare nelle sue mani la pozione magica del prodigio antico e sempre nuovo di vedere esistere una creatura nuova . 
E siccome Dio è maschio, ha benedetto nella donna questo  incarico, sebbene non senza la presenza di un uomo, perché diventassero collaboratori intimi di un così grande progetto! 
Il politicamente corretto vuole che il concetto di madre sia superato, i figli li possono fare pure i maschi, le donne possono farseli anche  da sole, o possono arruolarsi a pagamento per fare, su commissione, figli ad altri, quei figli possono anche essere soppressi quando scomodi perché malati, dichiarati inutili quando intralciano carriere in ascesa. 
Il tutto per affermare il principio di autodeterminazione con cui una donna può fare quello che vuole, ma non  chiamatela madre. 
Non è neanche più un concetto antropologico, perché antropos ha a che fare con l’uomo e quale uomo cancellerebbe sua madre? 
Nel concetto di fluidità di genere c’è tutta la confusione necessaria per non sapere più chi sei, chi siamo, verso dove andiamo.
La babele attuale, dei comportamenti sessuali ha radice in questo sconquasso identitario. 
Il principio  da inculcare è che la donna deve volere, saper fare tutto (gia lo fa!) deve cavarsela da sola, senza ingombri di maschi tra i piedi ( si sa che può!.. ma in due si sa che ” is meglio che one”) Non deve essere assimilata al concetto di madre (ma è la natura a stabilirlo!).  Purtroppo  chi ha diffuso questa narrazione ha in odio la famiglia vuole l’impoverimento di quel mondo, che invece è il terreno fecondo su cui si struttura l’intera società. 
Per questo non ci piace che si parli a sproposito delle donne che amando, fanno figli, partorendo poi  allattano e mettendo su famiglia compiono il sommo  bene per se stesse, e per la vita che è garanzia di poter perpetuare la specie, rinnovando  la società dal di  dentro. 
Noi non vogliamo cancellare le radici dell’umano. 
E non ci piacciono neanche le fiabe  al contrario perché siamo stati creati per toccare i vertici della felicità,  percorrendo la via diritta, anche quando il vento è contrario. 
Scusate ma dobbiano tornare ai concetti base, per riaffermarli dopo le correnti che hanno spazzato via l’ovvieta’ dei dati di natura, scambiandoli con presunti modelli culturali. 
È necessario farla semplice, perché certa gente  sta smontando secoli di storia con quattro frasi messe giù dai fedez di turno. 
Continuiamo a raccontare favole e fiabe sulla differenza sessuale,  questa diversità ci rivelerà il principio di vera libertà, cui aneliamo tutti. 
#leFavoleSpessoRaccontanoLaVerita
#LeDonneValgonoMoltoDiPiuDi4Slogan
#piuNaturaMenoideologia
 
Roma, 9 agosto 2021
 
                                                                 L’Ass.ne NON SI TOCCA LA FAMIGLIA

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