ARTICOLO "PUPI AVATI L’UOMO DEI VALORI, AMICO DELL’ASSOCIAZIONE “NON SI TOCCA LA FAMIGLIA”.
Amicizie sincere, a cura di Giusy D’Amico.
PUPI AVATI L’UOMO DEI VALORI, AMICO DELL’ASSOCIAZIONE “NON SI TOCCA LA FAMIGLIA”.
Amicizie sincere, a cura di Giusy D’Amico.
Era il 2014 iniziavo ad affacciarmi verso le grandi storture antropologiche che ci avrebbero condotto a quell’invasione transumana che iniziò a travolgere in primis le istituzioni scolastiche, e dopo qualche anno ogni spazio pubblico .
Sentivo che avremmo dovuto sacrificare i nostri figli e alunni a tutto quello che già il cinema, l’editoria, il mainstream iniziava gradatamente a veicolare per tappe , ed io sentivo che mi sarei opposta a questa follia ideologicola con tutte le mie forze.
Iniziammo a parlare presto di libertà di scelta educativa dei genitori a scuola, perché sentivamo che avremmo dovuto contrastare tutto questo partendo dai diritti costituzionalmente garantiti.
E come nel miglior copione della rana bollita ( chi non la conosce vada a leggerla è di Chomsky e spiega come ci hanno plagiato) all’inizio tutta la propaganda lgbt era uno scandalo, via via si rese accettabile, per giungere fino ad oggi come qualcosa di assolutamente normale.
In quel periodo mi imbatto in una fiction sulla Rai in sei puntate chiamata “Un matrimonio” . Mi commuovo profondamente.
Si ripercorrono le tappe di una storia d’amore estremamente densa, dura, ma quanto mai appassionante, scopro che il regista in quanto alla concezione base sulle differenze maschio/ femmina, è uno di noi, la pensa come noi, un retrogrado perfettamente allineato al concetto scandaloso di famiglia naturale, in modo talmente paranormale per i fautori del gender fluid, che mi appare subito del tutto impopolare e quindi assolutamente da far conoscere e diffondere.
Penso e chiamo subito Lorenzo, amico di vecchia data, conosco il suo ruolo in Rai, e chiedo se può darmi il contatto di questo regista. Quello che vedevo intorno a me era così diverso da quello che lui, con coraggio riproponeva e spiegava con i suoi film, che decido di non farmi sfuggire l’occasione di potergli stringere la mano e dirgli quanto stimavo uno che come lui non temeva di rappresentarci tutti per dare voce a chi come noi l’aveva vista sottratta dal relativismo imperante.
La nostra prima chiacchierata al telefono mi dà subito la misura di quanto quest’uomo sia aperto al dialogo, aperto alla novità e giovane dentro!
Un animo particolare, sensibile, curioso verso chi intercetta il suo cammino, generoso, accetta subito la folle idea di proporre il suo film come un progetto cineforum per le scuole che parli di amore, differenze, promesse, e di un SI durato 50 anni e celebrato con un film pensato per onorare proprio il suo matrimonio durato così a lungo nonostante cadute tempeste e risalite con sua moglie .
Quale atto più galante esiste da parte di un uomo il voler gridare a tutti un amore così!
Infatti nelle sue interviste ripeteva sempre “se uno ha una buona notizia che fa se la tiene per sé?… no la grida a tutti! Ecco io ho voluto farlo con un film.”
Mi colpì moltissimo questa affermazione come anche sentire dire che la moglie fosse il suo hard disk.
Decido di chiamare il primo progetto cineforum” Amare le differenze per un amore che fa la differenza”.
Giocavo con le parole che usavano contro di noi, ma che raccontavano comunque quel molto di noi, al quale con quel film davamo un volto.
Da lì nacque un’amicizia sincera, disinteressata, pulita e davvero preziosa, che tengo gelosamente a cuore. Vedo un secondo film che mi rapisce dentro ed è il Fulgore di Dony una storia travolgente, complessa ma estremamente significativa dal punto di vista del messaggio che riesce a veicolare con grande potenza : “posso credere nell’amore per sempre” posso amare oltre le apparenze, nonostante i limiti, i muri, le difficoltà e le strettoie persino di una malattia .
Insomma una grande finestra su un orizzonte sconfinato di libertà e da lì nasce il secondo progetto cineforum che deciderò di chiamare “Oltre il muro” (avevo letto da poco Sartre e mi sembrò la colonna sonora di quel libro) e poi Dante Alighieri che raggiunge la vetta di una grande capacità di vedere oltre e di sapere che se giovani di quel tempo riuscivano a vedere così lontano pur in contesti di guerra, di miseria, di violenza , di omicidio e di povertà, quanto dovrebbe spingere oltre, anche l’animo dei giovani oggi così sazi di tutto?
Eppure oggi questo sguardo manca ai nostri giovani che essendo pieni di tutto, sono al contempo profondamente soli e vuoti, non solo di idee, di progetti, ma anche di quella dose, necessaria per vivere che si chiama voglia di mettersi in gioco, di rischiare.
Ecco una grande provocazione ad una affettività che possa nutrirsi di cose grandi e non di tutto ciò che oggi ci viene proposto come una sorta di relazione di consumo del ” ora qui finché dura”.
Lui ha la bellezza di 84 anni e tra l’uscita del film Dante che è stato un successo strepitoso ha avuto il tempo la voglia e la passione ancora di mettersi in gioco e girare un altro film : La quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario, un’altra storia d’amore.
Ecco Pupi Avati è proprio un uomo che a queste età sa ancora stupire e sa stupirsi dell’amore così come è stato e sta ancora compiendosi come un miracolo, vivere a fianco di una donna dopo quasi 60 anni di cammino insieme.
Una provocazione alla bellezza, alla libertà, all’affettivita.
Per questo ho voluto chiamarlo così, il progetto cineforum con il quale spero di tenere deste le coscienze dei giovani, nutrendo di speranza i loro sogni con film e percorsi educativi curati da docenti appassionati e dal sapersi in cordata con altri.
Roma 29 maggio 2023
Giusy D’Amico