ARTICOLO
Basta discriminazioni del governo Tusk in Polonia a danno di organizzazioni sociali e culturali indipendenti, per lo più cristiane.
di Lucia Comelli
L’associazione Non si tocca la Famiglia chiede la fine in Polonia delle discriminazioni attuate dal governo di Donal Tusk a danno delle organizzazioni sociali e culturali indipendenti, per lo più cristiane, e il rispetto per tutti i cittadini dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalla leggeIl contesto sociale europeo ha visto progressivamente aumentare, specie nell’ultimo decennio, le pressioni per sradicare i tradizionali riferimenti culturali e sociali.
Un caso eclatante è rappresentato dalla Polonia nell’ultimo anno: il governo di Donald Tusk, espressione di una coalizione eterogenea, ma unita dal laicismo e dall’avversione al precedente governo conservatore, osteggia i consueti valori cristiani e patriottici del Paese, per allinearlo rapidamente, con il sostegno dell’UE, ai cambiamenti antropologici già avvenuti in gran parte degli Stati occidentali. A tal fine, viola sistematicamente le leggi e la stessa Costituzione al punto che una settimana fa il Presidente del Tribunale costituzionale polacco ha denunciato alla Procura: il colpo di stato strisciante e sistemico attuato dal Presidente del Consiglio e da alcuni ministri (1).
Se il governo precedente rispettava la storia religiosa e culturale della Polonia e quindi tutelava la vita, la famiglia naturale e collaborava con la Chiesa e le associazioni non governative in vista del bene comune (secondo il principio di sussidiarietà), il nuovo corso – caratterizzato da un’abnorme concentrazione del potere da parte del governo – prevede: l’emanazione di linee guida volte ad ampliare le opzioni per l’aborto legale, in contrasto con le leggi e la stessa Costituzione e la pressione sulle strutture sanitarie e i medici per ostacolare l’obiezione di coscienza; il libero accesso alle ragazze, dai 15 anni in su, a farmaci abortivi precoci senza prescrizione medica e il consenso dei genitori, pur essendo la pillola del giorno dopo potenzialmente pericolosa per la loro salute; la riduzione/marginalizzazione dell’educazione religiosa nelle scuole, in violazione del Concordato con la Chiesa cattolica e in contrasto – secondo la stessa Corte costituzionale polacca – con il primato educativo dei genitori, che protestano anche per il previsto ingresso negli istituti, attraverso una nuova materia obbligatoria (educazione sanitaria), di tematiche Lgbtqi+ (orientamenti e fluidità di genere) e di contenuti pornografici. Reiterati i tentativi di distruggere l’opposizione e di limitare fortemente la presenza della Chiesa nello spazio pubblico: come documentano – tra le altre cose – l’ordinanza con cui il sindaco di Varsavia ha stabilito, lo scorso maggio, la rimozione nella capitale della croce dagli uffici pubblici; il divieto di utilizzare le campane in talune parrocchie; il tentativo di bloccare l’apertura del Museo Memoria e Identità, dedicato all’eredità intellettuale di san Giovanni Paolo II, il più grande e universalmente noto tra i figli della Nazione polacca, anche a costo di sprecare i fondi pubblici spesi finora per la costruzione di questo Museo statale […] Senza dimenticare le accuse, le ispezioni e le incriminazioni contro diverse istituzioni ecclesiastiche, come la Fondazione Lux Veritatis, cofondatrice della struttura suddetta (2).
Il recentissimo (17.01.2025) Report dell’Ordo Iuris Institute for Legal Culture (3), organizzazione legale e think tank cattolica polacca, denuncia il modo illecito in cui tali cambiamenti vengono imposti alla popolazione, cioè le gravi e ripetute violazione della legge e degli stessi principi costituzionali di uno stato democratico: quali i diritti civili delle persone; la libertà della stampa e dei media pubblici, passati in modo illegittimo sotto il controllo governativo; l’acquisizione della Procura nazionale; il pesante attacco all’indipendenza della magistratura e l’offensiva all’Associazione della Marcia per l’Indipendenza (un’imponente manifestazione popolare che ogni anno celebra a Varsavia la ricostituzione, nel 1918, dello Stato polacco).
Di questa ostilità verso le organizzazioni sociali e culturali indipendenti, per lo più cristiane, che si oppongono ai mutamenti in corso o semplicemente sono espressione di una visione del mondo diversa, fanno le spese soprattutto chi le guida, così come i parlamentari, i funzionari e i politici che le sostengono, non di rado perseguitati, come è accaduto all’ex viceministro della Giustizia, Marcin Romanowski, che ha ricevuto per questo accanimento contro la sua persona asilo politico in Ungheria.
Sono esempi emblematici delle gravi violazioni della libertà personale e delle leggi in corso nel Paese, anche l’arresto e la carcerazione preventiva, per sette mesi e in condizioni inumane, di Padre Olszewski (4) e di due impiegate del ministero della Giustizia.
Convinti che quella antropologica sia la sfida per eccellenza del nostro tempo e che la fede cristiana abbia un ruolo fondamentale nella difesa della persona e dei suoi diritti fondamentali, tanto più in un Paese di radicata cultura cattolica come la Polonia, convinti altresì che la difesa di tali diritti sia un patrimonio comune nell’Ue, ci auguriamo il ripristino della separazione dei poteri, che è un cardine delle democrazie liberali, nonché la fine delle discriminazioni e il ripristino delle libertà fondamentali per le persone e le associazioni sociali e culturali non governative, espressione della storia, della cultura e della fede del popolo.
Roma, 11 febbraio 2025
Lucia Comelli
Ufficio stampa NSTLF
[1] Come ha spiegato in un dettagliato post l’eurodeputato Patryk Jaki (PiS), copresidente del gruppo ECR, nel solo primo anno di governo, il governo Tusk ha incarcerato politici senza un giusto processo, ha preso il controllo degli organi giudiziari, ha sequestrato i media pubblici, ha tagliato i fondi ai partiti di opposizione e ha bloccato e sfidato le sentenze della Corte costituzionale e suprema: sono solo alcune delle numerose violazioni palesi dello stato di diritto che si verificano ogni giorno nel Paese.
Tamás Orbán, Governo polacco sotto inchiesta penale per “colpo di Stato”, in europeanconservative.com, 6.02.2025 (https://europeanconservative.com/articles/news/polish-government-under-criminal-probe-for-coup-detat-plot).
[2/3] Un anno di devastazione dello stato di diritto da parte della sinistra polacca sostenuta dall’UE, 17.01.2025 visibile online: https://en.ordoiuris.pl/civil-liberties/year-of-devastation-of-rule-of-law-in-poland.
Si veda anche: 2024-L’anno della schedatura dei cattolici in Polonia, Editorial Team, 31 dicembre 2024 (https://wakcji24.pl/2024-rok-opilowywania-katolikow-w-polsce)
[4] Capo della Fondazione Profeto, Padre Michał Olszewski ha costruito con i soldi pubblici un centro a Varsavia per aiutare le vittime di violenze e abusi. Arrestato brutalmente da agenti speciali dell’antiterrorismo, il sacerdote è stato imprigionato ‘in attesa di giudizio’ per sette mesi in condizioni inumane. Wlodzmierz Redzioch, Le torture a padre Olszewski, prigioniero politico nella Polonia di Tusk, Lanuovabq.it 10.7.24>