ARTICOLO

La parità scolastica non sarà più un miraggio.

Di Giusy D'Amico docente di scuola primaria Presidente dell'Associazione Non si Tocca la Famiglia.

La parità scolastica non sarà più un miraggio.

 

Di Giusy D’Amico docente di scuola primaria

Presidente dell’Associazione Non si Tocca la Famiglia.

 

Finalmente si è aperto un tempo nel quale vedremo raggiunti traguardi che in 70 anni non si era riusciti a conquistare per quel muro ideologico che ha sempre tenute separate, come due mondi alieni, le scuole pubbliche statali da quelle pubbliche paritarie.

Finalmente sarà riconosciuto il lavoro di quindicimila insegnanti che in quelle paritarie hanno subìto discriminazioni nella disparità di trattamento rispetto agli insegnanti delle statali, anche attraverso propagande mortificanti, non quando avvolte da veli equivoci su cui si è cercato di chiarire, spiegare e dimostrare per esempio che le paritarie non sono affatto diplomifici, tantomeno “scuole private” e ancor meno “scuole di preti e suore”.

Di fatto, in questo equivoco molte realtà educative sono rimaste le scuole dei ricchi (alcune pur avendo rette bassissime, sono quelle che hanno dovuto chiudere nel periodo della pandemia perché morte di stenti), scuole definite tali dove i cittadini sono costretti a pagare due volte il servizio educativo, con le tasse e poi in aggiunta con la retta.

Assurdo se pensiamo che esiste già una legge la 62 del 2000, che prevede la tutela alla libertà di scelta educativa dei genitori.

Ma il muro ideologico in parte scalfito durante la pandemia dalla sinergia di azioni portate avanti dalla rete Ditelo Sui Tetti che raccoglie circa 100 associazioni tra cui Non si Tocca la Famiglia, resiste e continua a contrapporsi per invocare l’attuazione urgente di questa legge di civiltà.

In quel periodo in cui le famiglie erano ancora più discriminate per la crisi economica e l’impossibilità a pagare le rette, e i docenti senza lavoro per la chiusura delle scuole, questa rete con l’aiuto sapiente e competente di Suor Anna Monia Alfieri, portò a casa il risultato di vedere raddoppiato il fondo stanziato a favore di famiglie in difficoltà economiche, di 150 milioni a 300 milioni .

Fu un grande risultato di giustizia sociale, di incoraggiamento nel credere possibile e vicina l’epoca della effettiva parità scolastica, riuscita grazie ad un lavoro trasversale di sensibilizzazione politica che portò anche ad ottenere un fondo per la disabilità con il quelle non era più previsto un costo a parte per l’insegnante di sostegno.

Dal 31 luglio sono partiti i giorni del riscatto, piaccia o no, si è aperta una pagina nuova.

Promotori network di circa cento associazioni Ditelo Sui Tetti www.suitetti.org che il 5 giugno a Milano alla presenza del ministro Valditara aveva segnalato tra le molte proposte, proprio idee utili per un pieno percorso professionale dei docenti delle paritarie.

Ricordiamo che nelle regioni dove sono state avviate politiche di sostegno alla libertà di scelta educativa, gli standard di apprendimento gli studenti (lo  dicono i dati INVALSI) sono superiori alla media nazionale e  in linea con gli standard europei, questo certamente anche per una sana e proficua competizione tra scuole, docenti e offerta formativa.

 

E lo sarà sempre più privilegiando la libera scelta educativa delle famiglie, prioritariamente più svantaggiate per poi estenderla a tutte, e consentendo davvero la possibilità democratica di optare per la scelta più congrua e vicina ai propri valori e princìpi, così come da liberi cittadini possiamo ancora votare per scegliere quale governo possa guidare il paese.

I docenti discriminati potranno finalmente vedere equiparati e quindi vedere garantiti i loro  diritti con l’ abilitazione che dal  2015, non hanno più potuto ottenere (conditio dine qua non, per essere assunti a tempo indeterminato).

È davvero singolare che di tale trionfo dei diritti si lamentino proprio sindacati come la cgil che dovrebbero avere a cuore la stabilizzazione di tanti precari impossibilitati in tanti anni alla partecipazione ad esempio ai concorsi statali perché privi di abilitazione.

Finalmente questo arginera’ l’esodo spesso lesivo per la continuità educativa a bambini e famiglie, dalle scuole pubbliche paritarie dove non era previsto potersi abilitare.

Siamo comunque sulla buona strada considerato che a vent’anni dalla legge 62 del 2000 il concetto di parità scolastica è rimasto chiuso in un cassetto, benché rianimato da un movimento culturale che come dicevo, ha voluto e saputo  rimettere al centro dell’agenda degli ultimi due governi, un tema centrale come la libertà di scelta educativa dei genitori e dei docenti per l’esercizio effettivo del dettato costituzione che all’articolo 3 recita : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

 

Roma, 8 agosto 2023

 

                          IL Presidente

                      Giusy D’Amico