Da un articolo di Giusy D’amico – “SQUIDE GAME”
Squide game
Io l’ho visto, e ritengo di poterne parlare tentando un’analisi il più vicina possibile, a quello che andrebbe vietato ai minori di 18 anni – altro che 14! – tanto per stabilire un limite a qualcosa che visto per 8 ore, non può, non considerarsi una qualche forma di apprendimento.
Decine e decine le segnalazioni da scuole, genitori, e insegnanti, di tentativi violenti di emulazione di un gioco tanto innocente, quanto diventato cruento, e chiamato 1. 2. 3 stella.
Siamo capaci di macchiare anche gli strumenti più semplici usati dai bambini, e sapete perché?
Perché il mercato dei bambini frutta miliardi.
Soprattutto in fasce delicate di età, come quelle adolescenziali dove il gusto per la trasgressione spinge spesso ad emulare gli esempi peggiori, piuttosto che i migliori, una serie come questa è ad altissimo potenziale ipnotico.
Senza parlare dei ragazzini ancora più piccoli che hanno avuto accesso a tutto questo perché, figli di genitori distratti, o peggio, consenzienti…
Gravissimo!
Ho accettato di vedere con i miei occhi, per giudicare passo passo, anche spingendo spesso il tasto avanti, non per sentirmi prigioniera di una inutile, brutale e antiumana suspense, ma decisa a capire quale messaggio potesse stare al fondo di tanta violenza .
Qualcuno ha scritto che si presta a varie interpretazioni…
Quali?
Nel susseguirsi delle puntate, vedere forni crematori per sbarazzarsi delle vittime, crea ulteriori forme di disgusto, anche pensando a quanti poveri squilibrati vedendo tanto successo per una serie simile, potrebbero pensare che anche nella finzione, certe barbare pratiche sono ancora presenti e legittime, nell’immaginario di un regista e perché no. .. Allora forse ancora possibili nella realtà…
Ma qui proteste su giornali e talk show per incitamento al nazismo…non ne vedo.
C’è da dire che il genere horror, o violento in generale, non mi appartiene a prescindere,
e forse non sono proprio un giudice imparziale; tuttavia ho giudicato questa serie in modo freddo, inserendola tra le più abbiette, violente, e spietate, tra quelle che forse sono in circolazione, perché somiglia a un “grande fratello vip miliardario e assassino” che stravince per gli incassi e consenso, e aggancia lo spettatore per lunghe ore, solo iniettando crudeltà, angoscia e non senso.
È il non senso che si alterna a sporadici aspetti di condivisione del senso di pietà, quasi sempre inghiottito dal” mors tua vita mea”.
Non c’è dunque un filo logico sul bene vero che al di là di tutto potrebbe emergere, poiché ad incarnarlo è l’unico protagonista che rimarrà vivo tra gli oltre 400 perdenti, morti uccisi e cremati, e farà esperienza di come quel bene di cui si è fatto testimonial, aiutando i buoni, non gli gioverà a nulla, perché del premio miliardario vinto, non saprà che farsene visto che è macchiato di sangue, e la sua disperazione permane, perché è parte di lui, è qualcosa che sta dentro ormai, e non trova redenzione. Non cambia la sua vita, sia da perdente pieno di debiti, che da miliardario pieno di soldi.
È evidente che tra prigionieri, e prigionieri di se stessi, (visto che scappati una volta, poi volontariamente tornano in quell’inferno) nascano empatie e valutazioni sul senso ultimo della vita, e relativi atti di pseudo altruismo, ma se per comprendere che nel bisogno, l’uomo rivela se stesso, non vedo perché, io debba apprenderlo dopo ore e ore di orrori e violenze…
Quindi non vi è del bello dietro, da nessuna parte lo si guardi, c’è da spiegare ai figli, c’è che non va vista proprio, una serie come questa, e va sconsigliato l’avvicinamento dei bambini anche al solo trailer.
Gli adulti facciano quel che vogliono, ma i bambini vanno preservati ad ogni costo!
Emerge un non sense, da quei sacrifici umani… un disarmante, vuoto, e basta.
C’è pure qualche riferimento ad un prigioniero che prega, invoca Dio e recita il Padre Nostro, ma nessun altro riferimento alla speranza, anzi sembra che alcuni spiragli di luce, siano stati inseriti solo per stemperare le critiche, che inevitabilmente si sarebbero scatenate contro la serie.
Tutti gli aspetti crudeli innestati sul principio del male, che campeggia in ogni pagina di questo gioco perverso, sono finalizzati, ad un gioco al
massacro, per intrattenere e stemperare la noia di alcuni miliardari, che giungono in un’ isola, attrezzata di bunker sotto terra, con spazi demoniaci creati ad hoc, per godersi il rash finale degli ultimi poveri disgraziati rimasti in sfida con la morte, con se stessi, e gli uni contro gli altri.
La scena si snoda in un salotto dove, i miliardari coperti in volto da maschere d’oro rappresentanti volti di animali, guardano lo strazio finale degli ultimi disperati, sorseggiando alcolici, e ridendo di quei condannati al macello da dietro un grande vetro ( del resto con quelle maschere non potevano rappresentarsi ed essere rappresentati meglio per quello che incarnano davvero : la peggior specie di animali, dal tratto macabro, e satanico dove l si lascia morire perché trionfi l’ineluttabilita dell’inferno ).
Un’altra amplificazione del gusto di schiacciare, violentare la persona umana già segnata dal destino di vite difficili, sbagliate e sfortunate perché prede di vizi e debolezze, è il contesto di questo sontuoso salotto simile ad una jungla, dove una serie di donne-oggetto compaiono a fianco dei vip miliardari, totalmente nude e dipinte con fantasie di pelle di leopardi, serpenti etc… In posizioni da schiave.
Alcune usate come cuscini, altre sono in ginocchio come tavolini su cui poggiano le gambe i ricconi, altre sono ferme con vassoi in mano, altre ancora a disposizione…
Qui verrebbe da chiedersi, ma il mondo femminista , quello del Me too, quello di chi stravolge favole di cenerentola o film, tipo 7 spose per 7 fratelli, oppure lancia anatemi sulla statua della spigolatrice di Sapri, per i vari stereotipi femminili da debellare, dove sta? Che fa? Non urla sui giornali?
Perché questo mondo non si è ancora incatenato a Milano, fuori dal palazzo di Netflix per denunciare questo abuso contro la dignità delle donne e sul corpo delle donne?
Dunque non solo è fortemente diseducativo e dannoso per bambini, ma anche e soprattutto violento nel messaggio discriminatorio verso le donne.
Il dato centrale di questa analisi è che Bestia primordiale prevale sull’uomo, non le bestie che spesso conosciamo e che sono più umane di noi, ma la Bestia come segno del male capace di inghiottire il bene e renderlo tremendamente fragile e apparentemente insignificante.
Che messaggio terribile per i nostri giovani, morta la speranza nel bene, trionfa la vendetta e la violenza.
Poi ci chiediamo da dove venga fuori tanta crudeltà nei nostri giovani oggi, loro non hanno colpa, la responsabilità è degli adulti che insegnano loro come si fa, non essendo più in grado di testimoniare la verità, la verità del bene, del perdono, della riconciliazione, ma solo l’ineluttabilita del male, uccidendo così in loro la speranza.
Roma, 25 ottobre 2021
L’Ass.ne NON SI TOCCA LA FAMIGLIA