a Cologna Veneta (Verona), mostra sul Porno

La mostra a Cologna sulla storia del porno e lo sviluppo psicoaffettivo dei minori

articolo a cura di Lucia COMELLI

La mostra a Cologna sulla storia del porno e lo sviluppo psicoaffettivo dei minori.

Il 14 aprile ha aperto a Cologna Veneta (Verona), la mostra: Tabù. Storia, curiosità e altre notizie su sesso e pornografia, allestita dall’associazione culturale «I luoghi dell’abbandono» nell’ex reparto di Radiologia del vecchio ospedale: l’associazione Non si tocca la Famiglia si pone, e pone all’opinione pubblica, alcune domande.

Non è vietata ai minori di 18 anni, puntualizza la locandina dell’evento, anche se si richiede che i visitatori siano in questo caso accompagnati dagli adulti: perché alcune immagini e informazioni possono risultare disturbanti per ragazzi che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione psicologica e comportamentale[1].

Come associazione Non si tocca la Famiglia ci stiamo chiedendo se la precisazione rappresenti anche un invito agli insegnanti ad organizzare visite guidate per gli studenti, visto che l’esposizione nei giorni feriali è aperta solo la mattina, quando questi ultimi dovrebbero sedere sui banchi scolastici: sarebbe interessante conoscere, in tale eventualità, obiettivi e finalità educative della scelta. Forse informarsi sulla storia del porno per un allievo ha a che fare con il piano del governo per “Educare alle relazioni” presentato in novembre dal Ministro dell’Istruzione on. Giuseppe Valditara?

Non lo crediamo possibile: come potrebbe una tale rassegna, infatti, conciliarsi con l’obiettivo dichiarato dal ministro di fare entrare – nelle scuole – la cultura del rispetto e contrastare la violenza maschile verso le donne partendo dalla formazione[2]? E, d’altra parte, se la parità di genere e il rispetto sono obiettivi scolastici, come si giustificherebbe – anche al di fuori del suddetto piano – un’uscita didattica che si ponesse in contrapposizione rispetto ad essi?

Oltretutto, è scientificamente accertato (e purtroppo confermato dalla cronaca) il legame tra pornografia e violenza di genere, come sostiene anche il dott. Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, da anni impegnato nello studio e nella cura delle dipendenze giovanili, particolarmente quelle legate alla sfera sessuale. Lo specialista ha scritto, commentando la notizia del feroce stupro di gruppo avvenuto a Palermo l’estate scorsa, che la pornografia, consumata in modo ossessivo a partire da età sempre più precoci, è:

“Una ‘scuola’ deteriore che non solo calpesta e avvilisce il senso autentico dell’affettività e della sessualità, ma che – con l’insistenza parossistica nel mostrare un’anatomia completamente sganciata da qualsiasi riferimento interiore – spegne la mente, produce ansia e aggressività, confonde la realtà, azzera i codici etici, alimenta l’egocentrismo, sconvolge il senso critico, oltre ad aprire la strada a conseguenze più gravi come depressione e psicosi”[3].

 

Per molti secoli, l’educazione ha rappresentato soprattutto il tentativo da parte degli adulti, genitori o insegnanti che fossero, di aprire la mente di un bambino o di un ragazzo a ciò che di più alto, buono e bello, l’umanità avesse realizzato nella propria storia: anche se gli organizzatori della mostra assicurano che non contiene immagini spinte[4], non è la singola immagine che come associazione profamily – ci preoccupa, ma il senso complessivo, specie per i visitatori più giovani, di questa operazione ‘culturale’ che mostra in forme seducenti la mercificazione della sessualità, l’equiparazione di tutte le narrazioni/pratiche erotiche (compreso il sadismo) e l’oggettivazione delle donne.

A tal proposito, esistendo un diffuso e grave problema sociale di dipendenza dalla pornografia – con tutte le possibili ricadute negative, anche molto gravi, in ambito affettivo e sessuale – ci interroghiamo pure sull’opportunità per l’ULSS di fornire a tal fine i locali dell’ex reparto di Radiologia, visto che un’istituzione sanitaria non può che proporsi di combattere tali forme alterate di comportamento.

Roma, 21 aprile 2024

                                                   Lucia Comelli

 

[1] Cfr. Paola Bosaro, Dai graffiti a Only Fans, nell’ex ospedale la mostra sul porno, www.larena.it 14.04.2024.

[2] Cfr. www.ilpost.it, 22.11.2023

[3] Luciano Moia, Cantelmi. Ecco cosa produce il consumo compulsivo di porno nella mente dei giovanissimi, www. avvenire.it, 7 settembre 2023

 

[4] www.corrieredelveneto.corriere.it, 16.04.2024