L’ora di educazione civica non è l’ora di propaganda gender. Siano rispettate le Linee Guida sull’educazione al rispetto.
A Pisa nell’istituto Niccolò Pisano si abusa dell’ora di educazione civica per trattare temi sensibili senza consenso dei genitori.Il Ministero della Pubblica istruzione ribadisca che “che tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere a scuola non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo.” (CM 1972 del 15.9.2015)
È lunedì mattina, e nella Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo “Niccolò Pisano” Marina di Pisa ( Succursale di Castagnolo San Piero a Grado Pisa ) all’indomani del monologo politico di Fedez su DDL Zan, nel concertone del 1 maggio, si sta svolgendo l’ora di storia cui farà seguito quella di educazione civica, (dove secondo il protocollo gender Zan, nelle scuole, la trattazione di certi temi è a senso unico) viene riprodotto il video del discorso di Fedez.
Neanche il tempo di dimenticare…
Riflettiamo, perché siamo ostaggio di una mentalità che apparentemente veicola altruismo, ma attacca l’altro quando vuole esprimersi con sfumature diverse, sugli stessi temi.
Premesso che la strumentalizzazione della rete pubblica RAI con la performance del rapper, pagata da noi contribuenti, ha voluto attuare, una disperata, se pur ben riuscita, operazione di raccolta consensi, è bene ricordare che sul disegno di legge Zan, le posizioni sono controverse ed estremamente critiche sia dall’interno della sinistra, che da tutta l’area femminista.
Anche la Cei, secondo cui non vi è alcun vuoto normativo al riguardo, ha sottolineato l’inutilità di una legge che già difende le minoranze e punisce i crimini d’odio.
I promotori dunque, non sapendo più come arrampicarsi sul muro sovietico, pronto ad essere eretto con l’auspicato ( ma difficilissimo) passaggio della legge, hanno dovuto assoldare l’influencer di turno per imporre la legge bavaglio, in un colpo solo, e con i soliti slogan su discriminazione e omofobia, omettendo ovviamente tutte le falle della legge, cosa su cui anche le librerie di regime si sono organizzate per renderle inaccessibili ai più.
E’ di questi giorni la notizia del difficile reperimento nelle librerie, del libro “Omofobi per legge “( a cura del Centro Studi Livatino) pianificato per far sparire così le prove della verità.
Le femministe addirittura hanno da poco annunciato che è pronto un referendum abrogativo, nel caso dovesse passare questa legge, avendo viste ignorate le contestazioni sull’identità di genere giunte da ogni parte con la loro firma.
Ma torniamo a noi.
La classe di 22 alunni a Pisa (oltre ai milioni di cittadini italiani, presi in ostaggio dal monologo del rapper) hanno dovuto subire all’indomani, l’eco in aula, sempre a senso unico, per l’iniziativa del prof di educazione civica che ha pensato bene di riproiettare in classe il video parlando della necessità di questi temi e scrivendo a caratteri cubitali alla lavagna la parola TRASGENDER, per spiegare bene cosa significasse e perché fosse così urgente il DDL Zan.( nella noia generale degli alunni che ovviamente hanno bevuto tutto silenti ma assolutamente disinteressati), cosa al di fuori dei programmi ministeriali e facendo propaganda a ciò che ancora non è neanche legge.
Si stava studiando in classe la crisi economica negli USA alla fine della prima guerra mondiale con le sue conseguenze in termini occupazionali, riferiscono le testimonianze di alcuni ragazzi che ci hanno contattati. La prof di storia si aggancia all’educazione civica per parlare con i ragazzini del bellissimo discorso di Fedez al 1 maggio sui lavoratori.
Subito attivando il motore di ricerca su google, digita : “discorso senza censure 1 maggio Fedez” e viene avviato il video, le riflessioni cui si invitano gli alunni a riflettere sono le frasi di quei leghisti, che ovviamente, vengono giudicate inaccettabili, purtroppo anche il rapper, si era espresso molto male in alcune sue canzoni dai testi omofobi ( non dimentichiamo che ha dovuto chiedere scusa pubblicamente…)chi scrive dice di non sapere se sia tutto vero quello che dice il professore citando Fedez, e la cosa che colpisce di questa testimonianza è una frase che si ripete più volte ” non sappiamo se sia tutto vero ciò che ha detto Fedez, per ora abbiamo potuto ascoltare solo loro” .
Il dibattito in classe, continua sul diritto all’aborto. Si dice che è giusto abortire soprattutto se il figlio atteso è frutto di violenza, vorrebbero provare a dire che si potrebbe adottare, perché abortire un bambino è sempre un omicidio, ma quella voce rimane silente, mentre l’adulto di riferimento parla nuovamente a senso unico.
Ora quei ragazzi, non hanno potuto ascoltare una posizione “altra”, ascoltare adulti con offerta di riflessioni diverse…i compagni hanno bevuto l’ideologia in un solo colpo e in quella scuola non siamo neanche sicuri se il Dirigente sia al corrente di quanto accaduto.
Una cosa è certa, ora segnaleremo tutto agli organi scolastici competenti, perché c’è stata una testimonianza su quella strana mattinata, e siamo stati subito contattati, come Non Si Tocca La Famiglia, per denunciare tale abuso.
La classe in questione è una terza media, ma non basta, nei giorni successivi stesso copione in prima media. A bambini insomma che stanno ancora crescendo ed entrando nelle dinamiche della vita, viene dato in pasto il pensiero unico, la versione unilaterale tipica di chi non consente contraddittorio, dov’è il pluralismo educativo di cui la scuola dovrebbe farsi garante?
Fedez è un personaggio così importante da meritare un posto nelle lezioni? Le sue affermazioni saranno forse riportate sui libri di storia? Su temi tanto gravi non si sa argomentare senza agganciarsi all’influencer di turno?
Una legge non ancora approvata, e molto discussa perché altamente divisiva, può essere oggetto di dibattito in una scuola secondaria inferiore e per di più senza autorizzazione dei genitori?
Il nostro Paese, nel nome di una assurda modernità sta andando verso una deriva molto vincolata alle mode del momento, con ragazzi che devono essere educati al rispetto sicuramente, ma non indirizzati a scambiare la tutela dei diritti con la negazione del pensiero altrui, i diritti se sono tali devono essere per tutti, altrimenti sono privilegi solo di pochi e non hanno nulla a che vedere con la vera democrazia.
Il DDL Zan si fa strada con l’imposizione di chi ne fa propaganda nelle scuole senza autorizzazione dei genitori, tradendo il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, e per la natura liberticida su cui è costruito, non contempla mai un sano confronto. Questa è una violenza contro le famiglie e contro le normative ministeriali che devono rispettare i genitori e il loro primato educativo, riconosciuto dalla nostra costituzione e da molti trattati internazionali.
La scuola deve continuare a insegnare senza stravolgere piani e formazione.
I nostri ragazzi hanno bisogno di testimoni veri, non di testimonial del momento pronti a strumentalizzare la sana lotta contro ogni forma di violenza, con la propaganda politica di pochi, che tentano di imporsi con la forza degli slogan, danneggiando la libertà di opinione di tutti gli altri.
Roma, 15 maggio 2021