?Da un articolo di Giusy D’amico 

 Tiktok 
Toc Toc famiglia ci sei?
 
 
TikTok risulta ad oggi regolarmente disponibile a tutti gli utenti italiani nonostante il provvedimento del garante sulla privacy emanato dopo la tragedia di Palermo.
Allora che succede dunque… cosa si deve fare?
 
Le piattaforme dovrebbero innalzare a 16 anni l’accesso dei ragazzi e non proporre iniziative a rischio per la vita dei nostri figli.
Ma c’è di più. 
Sono una mamma di figli grandi ormai e un’insegnante, presiedo l’associazione Non si Tocca la Famiglia voluta da genitori impegnati a tutelare l’educazione e i valori fondanti l’umano.
Quando a novembre da un battibecco in classe mi sono accorta che alcuni bambini avevano aperto una chat su wzp nella quale avevano litigato subito perché le parole, faccine e punteggiatura erano diventate lame taglienti, non essendo maneggiate da mani esperte, ho chiesto di chiuderla subito, parlando subito all’uscita con i genitori. 
“Non potete cedere a qualcosa nella quale persino noi adulti scivoliamo spesso non riuscendo a spiegare davvero alcune cose con cui vogliamo dirne talvolta delle altre?
Chiudete subito la chat perché i bambini a quest’età non possono gestire un livello di comunicazione come questo, non hanno gli strumenti e non glieli daremo prima dei 13 anni.
Non ditemi che non potete.
Siete i loro genitori e avete una responsabilità e loro hanno necessità assoluta dei vostri divieti che sono atti responsabilità di cui vi ringrazieranno !”
Devo dire che hanno obbedito subito.
Così dovrebbe accadere Scuola e Famiglia insieme devono e possono educare.
I bambini hanno compreso subito… quasi erano grati di essere stati liberati da un impiccio non indifferente e venerdi scorso quando abbiamo parlato in classe del fatto di Palermo, hanno mostrato intelligenza nei loro interventi, pur essendo bambini di terza elementare hanno manifestato un sano timore della rete, tante domande sul cosa potevano fare o non fare, con il telefono.
“Il cellulare non potete averlo a questa età. “
No.
E se usate quello dei vostri genitori allora devono essere accanto a voi, giocare con voi e valutare con voi cosa è buono e cosa non è buono voi possiate fare.
Tuttavia sono proprio i genitori spesso che si fidano dei bambini vedendoli contenti e ritenendoli figli responsabili.
Spesso non sanno cosa proibire e spiegare il perché.
I bambini non sono responsabili non è possibile perché è assente la capacità di discernere in questa fascia di età cosa può far loro male dietro le apparenze di un presunto bene (ma lo è anche a 16 anni secondo me).
Dietro i colossi delle piattaforme come tiktok Facebook Instagram twitter, ci sono studi di altissimo livello per mobilitare l’intero sistema di risposta allo stimolo di dopamina che risiede nel cervello.
Si diventa dipendenti in età adulta( io stessa mi sono data degli orari per gestire il controllo e gli accessi alla rete, se non quando ritengo siano importanti) figuriamoci nell’età in cui si dipende dal riconoscimento dei pari e dal rinforzo che se non ti arriva da famiglia, scuola, amichetti, fidanzatino, etc diventa morboso e invalidante aggrappandosi a quei like come fossero, e poi diventano di fatto, una questione di vita o di depressione .
Il ruolo di presenza e costante accompagnamento necessario con i bambini impone alla famiglia che non intervenga nessuna distrazione a distogliere l’attenzione da quel che fanno, perché i bambini prima erano adescati al parco, ora c’è il parco virtuale che presenta ancora più rischi perché pensiamo che stando in casa siano sotto il nostro controllo, ma il mondo sommerso del web ha tentacoli demoniaci che ingannano mescolando la verità alla menzogna e facendo vittime innocenti mediante l’elisir di tutti i tempi : l’ apparire.
Siamo in una società dove sei, in base a quanto sei riconosciuto e quanti followers hai. 
Se la cultura dell’essere fosse più forte nell’educazione di quella dell’apparire, forse potremmo anche con i nostri figli pianificare una gestione della rete più intelligente. 
Per esempio io sto per proporre ai miei alunni una gara a chi pensa cose più interessanti di altri valutandone insieme la qualità e votando in classe il pensiero più emozionante, poi vorrei farlo pubblicare e anche farlo girare per le classi e diventare famosi a scuola per quel che pensiamo e che siamo capaci di trasmettere per costruire il  bene. 
Sto leggendo loro articoli di giornale e loro sono interessantissimi alla notizia del giorno durante il pranzo.
Tra l’altro associando il piacere del cibo e del relax alla rassegna stampa ( in micro ovviamente), con commenti diversificati trascorrono momenti formativi senza accorgersene .
Non so anche un quadro dipinto ” a modo mio” e commentato ” come penso io” può riscuotere successo per presentarlo in modo interessante.
Inventare rime poesie e barzellette…e poi farne un giornalino dedicando arte tempo e idee per realizzarlo e diffonderlo come se dovessimo venderlo in edicola.
Poi insegnare loro che la rete deve diffondere cose belle altrimenti non è rete è trappola. 
E poi dare spazio alla noia perché se interpretata bene è una risorsa, soprattutto per una generazione che ci ha imposto ritmi disumani ( il covid, nel male, ci ha restituito un bene, il fermo…e anche la noia. )
Bellissima la noia.
Io ho istituito con i miei alunni ” lo spazio del niente”.
Meravigliosi 10 minuti in cui non facciamo niente. 
Silenzio, sguardo nel vuoto, o occhi chiusi, oppure pensando.
Possiamo uscire dalla paura di questo tunnel virtuale usando autorevolezza.
Restituiamo qualità al tempo.
Facciamo cose che spezzano i gesti ripetitivi.
Spendiamoci in Creatività. 
Ho imparato a fare il pane in casa. Fantastico!
Ecco facciamo cose belle con i bambini.
Stiamo nel nostro ruolo. 
Desideriamo equilibrio per i figli non sogni di gloria.
Vigilando.
Offrendo bellezza i bambini e i ragazzi cercano bellezza cose che attraggono..
se non siamo appetibili affascinanti si fanno affascinare dalle prime sirene che cantano. 
Le grandi piattaforme hanno una grande attrattiva e certamente se vedono i genitori per primi” fatti di rete ” come possiamo sperare che si innamorino di altro.
Se ci vedono leggere leggeranno, se dipingiamo magari non dipingeranno ma ci guarderanno dipingere…
Rimane il grande dolore di una famiglia semplice che amava vedere felice quella ragazzina sommersa di like e cuoricini e sperava di vederla realizzare il sogno di essere famosa, ma quella sfida era diventata più grande di lei fino a sfidare la vita.
Rimane un dolore inenarrabile adesso, la grande solidarietà che come Associazione viviamo in queste ore con i genitori della piccola, uniti per impegnarci tutti a far sì che niente di tutto questo possa ancora ripetersi.
Stiamo lanciando una petizione nazionale per avere garanzie più certe sui controlli delle grandi piattaforme, innalzare l’età a 16 anni per l’accesso a giochi potenzialmente pericolosi e responsabilità penali severe per chi non rispetta le regole.
Le proposte estreme di queste piattaforme hanno dentro distorsioni infernali perché mescolano la verità e cioè che siamo tutti chiamati a cose grandi perché la vita ha una grandezza incontenibile, alla menzogna che la felicità ti viene se tu sei come Dio.
Purtroppo si sperimenta l’inferno perché raggiungere sfide estreme senza l’equilibrio della ratio e del vero bene spinge al suicidio.
In varie forme.
La rete rappresenta una di queste.
Non facciamoci rubare la libertà. 
Riprendiamo in mano l’educazione dei nostri figli con fiducia e impegno. 

 

Roma, 26 gennaio 2021

                                                                 IL Presidente
                                                                 Giusy D’Amico

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