+++DDL ZAN+++  un solo obbiettivo : distruggere la famiglia.

di Giusy D’Amico presidente dell’associazione Non Si Tocca La Famiglia.
Questo il cuore dell’attacco. Un disegno di legge per colpire la libertà di parola e la famiglia, cellula fondante la società, dove si costruisce l’identità, la libertà di agire e pensare come persone.

Indebolire la persona permette di manipolarla  per asservirla ai diktat del momento .
Viene tolto prima l’esercizio  del pensiero critico, poi instillando la  paura di  esprimersi  liberamente si ottiene l’effetto bavaglio con il risultato di lasciar passare leggi inique nella distrazione generale soprattutto nell’attuale  post Covid-19.
Il  nodo è proprio dentro la bomba atomica rappresentata dal microcosmo famiglia, un deposito di energia vitale, generativa e radicale che fa paura ai regimi totalitari.
Azzerarla indebolendo la struttura che finora ha tenuto strette le maglie della società, significa farla implodere e  diluirne la potenza avendo come obiettivo ultimo, il progressivo sfilacciamento della tenuta sociale che invece la famiglia è stata sempre in grado di garantire in  ogni epoca.
 
Colpire il cuore della famiglia per governare meglio le masse renderle cardiopatiche quindi fragili e dipendenti, ha fatto  sorgere conflitti e nuove  necessità. La sopravvivenza, è stato l’obiettivo per spostare l’attenzione sui bisogni piuttosto che sui valori.
Tutto questo accade non da ora, non da qualche anno… Possiamo segnare il corso e il limite temporale a partire da leggi come l’aborto, il divorzio, le ondate ideologiche Gender e tutte quelle aberrazioni che oggi  leggiamo sui giornali, fino alla legalizzazione dell’infanticidio in Nuova Zelanda, dove ormai puoi  uccidere in grembo un essere umano di nove mesi, e chiamare quest’atto disumano, un  diritto.
 
Le dittature più buie da cui pensavamo  esserci liberati, in fondo sono intorno a noi travestite da angeli di luce, cariche di piombo da cui ci potremo difendere solo se la resistenza si farà sempre più colta convinta e strutturata. Del resto anche tutto il degrado del sistema pubblico di istruzione  nazionale riflette un programma di monopolio del pensiero, che può attuarsi solo svilendo la qualità del sapere, del servizio, del valore dell’educazione nella sua accezione più profonda.
 
Ma anche qui ci si riempie la bocca di diritti ponendo in cima solo quelli relativi ad una casta come quella contemplata dal DDL ZAN.
Esso non rappresenta affatto la  conseguenza di una presunta emergenza.I dati Oscad  hanno fornito numeri che la  smentiscono, è dunque un preciso progetto di distruzione della famiglia mettendo in dubbio l’identità dell’umano e negando  la libertà di parola.
Mettere in crisi la famiglia  ha creato  nuove necessità, basta guardare tutte le famiglie separate che hanno dolorosamente raddoppiato i consumi (due case due macchine doppie vacanze, doppi guardaroba da gestire in due case diverse e valigie nel cuore ad ogni ora e dentro la vita di ciascun componente).
Aumentando i consumi si sono  prodotte distrazioni su come gestire il nuovo  modus vivendi con famiglie allargate che gradualmente  hanno perso sicurezze, motivazioni, prospettive e conseguente squilibrio di figli sempre più fragili e manipolabili in una società sempre più tesa a promuovere dipendenze anziché scelte coraggiose e decisioni consapevoli.
 
L’humus della società su cui ruotava la declinazione di riferimenti umani, sociali, culturali, filosofici, religiosi, politici etc…è stata trasformata in un elemento estremamente fluido dove si cade facilmente in  trappole dialettiche di  presunta carità, orientate solo verso categorie elitarie di persone e invece per altre porzioni sociali no (anziani, poveri, malati, portatori di handicap, obesi,) per queste non ci sono tribune politiche, leggi e ddl da far apparire sui giornali, nelle piazze o in parlamento per tutelarne la dignità .
La carità è dovuta agli ultimi senza distinzioni di razza ceto sociale religioso politico etnico sessuale etc… non può essere unilaterale altrimenti è discriminazione visto che seleziona l’attenzione solo a favore di alcuni gli altri sono fatti fuori.
Il DDL Zan si concentra dunque in modo ideologico ponendo sotto accusa chiunque provi ad esprimersi in modo non conforme al dettato lgbtq entrando in qualcosa che si chiama psicoreato.
 
La Costituzione Italiana all’art 3 già prevede ogni forma di tutela verso tutti i  cittadini senza differenze di ceto sociale, cultura, razza, religione, sesso e lingua. Qualunque atto contrario alla dignità della persona non solo è da condannare senza se e senza ma, ma già il codice penale  punisce chi compie atti di violenza o discriminazione contro le persone.
Perché solo alcune persone godranno di questa tutela? E perché non si definiscono i termini di reato ancora estremamente confuso?
Qui dunque non è posta in dubbio la verità che nessun uomo può essere discriminato, ma  con la scusa della carità no si può tacere sulla verità.
E la verità inequivocabile e incontrovertible è che nasciamo come maschi e come femmine e che veniamo generati dall’unione di un maschio e di una femmina.
La verità che un bambino per una crescita sana e armonica, ha bisogno di un padre e di una madre, non è una scoperta per nessun, lo va ripetendo da decenni tutta la pedagogia e la psicologia dell’età evolutiva. e non ci vengano a dire che i bambini orfani o adottati sono felici e sereni nonostante le ferite profondissime che portano impresse nell’anima e nello spirito, perché sono amati e questo basta.
Non vi è identità senza origine.
A quei bambini l’amore non basta se alla ricerca delle  loro origini dedicheranno  tutta la vita per trovare un po’ di pace cercando di sapere da chi sono stati generati.
 
Perché dunque infliggere per legge la condanna di nascere orfani di genitori vivi visto che saremo condannati aspramente se affermeremo l’abominio dell’utero in affitto a fronte dell’importanza vitale per un bambino di avere  mamma e papà.
Sarà necessario gridarlo dai tetti che questo mercimonio del corpo delle donne è dignità della vita umana è un sistema barbaro  in cerca di legalizzazione.
È invece saremo denunciati per questo. Sarà dunque necessario farsi carico di ogni possibile strumento, strategia e azione affinché non ci sia tolta la libertà di pensiero e di parola per denunciare quanto è contrario alla libertà e alla dignità tutta  dell’uomo, non una parte.
Vogliamo poter continuare a dire la verità tutta intera sull’uomo e raccontarcela tra noi.
Tutto questo deve essere chiaro perché che quando verrà il tempo, speriamo mai, nessuno possa dire non sapevo non avevo capito..
Neanche gli insegnanti, perché qui è in serio pericolo la libertà di insegnamento.
Tantissime voci si stanno levando da tutta Italia, dalle femministe che non vogliono che nella legge ci sia  riferimento all’identità di genere, alla  la Cei che  ha espresso il proprio parere negativo, alle moltissime voci che si stanno esprimendo in ogni dove.
Ieri la presentazione a Roma del libro “Omofobi per legge” e l’evento delle cento piazze lungo tutto lo stivale  sta rivelando una presenza  pacifica educata, intelligente, aperta al dialogo ma giustamente anche determinata alla condanna ferma di questo ddl  troppo orientato a chiudere la bocca su questioni tanto vitali e urgenti e che anche come Associazione Non Si Tocca La Famiglia ci riguardano in prima linea visto che per anni abbiamo contrastato il Gender nelle scuole fino al raggiungimento della vittoria al Miur del documento sul Consenso Informato Preventivo che con questa legge potrebbe non valere più nulla.
Anni di battaglie al Miur, sui giornali, nelle piazze, prendendo parte a tavoli tecnici, manifestando nelle piazze e sotto i palazzi del potere per riconoscere e far rispettare la libertà di scelta educativa dei genitori come un diritto.
Non potremo accettare che tutto vada in fumo.
Per questo saremo a PIAZZA Montecitorio Oggi per dire NO ad un ddl liberticida immotivato e anticostituzionale.
 
Roma, 16 luglio 2020
 
                                                           IL PRESIDENTE
                                                                                GIUSY D’AMICO
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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