Denuncia da parte di alcuni ragazzi del liceo “AMALDI” su un video che svilisce e deturpa la dignità delle donne
Al Liceo Amaldi di Roma lo scorso anno dopo aver distribuito un questionario con domande “intime” a ragazzini di 14 anni e proiettato il film “Puoi baciare lo sposo” senza autorizzazione dei genitori, è la volta di un video che dovrebbe agevolare l’apprendimento della lingua francese ma……..
La segnalazione giunge anonima alla nostra Associazione Non Si Tocca La Famiglia da alcuni ragazzi del Liceo…
L’intenzione potrebbe essere didatticamente corretta, purtroppo per imparare il francese in questo video emerge molto altro… il più bieco stereotipo della donna ” oggetto” che andando in onda in molte classi di ragazzi quattordicenni, sta lasciando passare un messaggio altamente diseducativo : che la donna intraprendente vive di espedienti per concedersi una vita fatta di emozioni a basso costo, senza faticare più di tanto gestendo il proprio corpo come una manager la quale dimostra che se ben usato frutta molti soldi…
Le giornate della protagonista scorrono nell’avvicendarsi di azioni perlopiù illecite ma praticamente avallate dalla voce del cronista che fa dell’attrice una furba, elegante, che si gode la vita…
Ad esempio dopo una défaiance come soubrette vive da vera bohémien e alzandosi da un bistrot non pagando neanche il conto…incontra un gigolò che le dà forfait … cosi per superare la débacle si reca ad una degustazione di nouvelle cusine dove riesce ad entrare grazie ad passpartout che si era procurata con un escamotage – il video mostra il suo sguardo sexy mentre sfila dalle tasche posteriori di un uomo il biglietto di entrata.
Il video raggiunge il suo apice quando Ariette si reca ad uno chalet dove esercita la professione di Cocote(prostituta) un maggiordomo l’accompagna in una suite dove incontra un viveur con il toupet amante del bondage(sadomaso) – tiene in mano un paio di manette con sguardo ammiccante– e le propone un menage a tre con un clochard poiché il clochard non può può permettersi il cache della signorina potrà sfilarle solo una guepier e – il poveraccio in abiti e sguardo logori – dovrà accontentarsi senza aver soddisfatto le proprie fantasie di voyeur.
Dopo il tour de force col viver-l’immagine del voyeur sfinito sul letto è eloquente… – la signorina porta i soldi guadagnati in banca. Come potete constatare i vari vocaboli in francese raccontano le abitudini settimanali della cocote con i quali familiarizzare per apprendere il francese…?
Io direi per apprendere le pessime abitudini di vita, altamente diseducative e irriverenti da metabolizzare dentro una cornice di giovani adolescenti che più che il francese impareranno a metabolizzare il terribile rinforzo all’idea di una donna intesa come oggetto e protagonista di cattivi costumi con atteggiamenti lontani dalla legalità quando vuol farla franca in ogni caso.
Come associazione Non Si Tocca La Famiglia realtà che lavora su tutto il territorio nazionale da anni in difesa della libertà educativa dei genitori, riteniamo inammissibile che si parli in questo modo delle donne lasciando sottintendere che va bene così..che si guadagna bene a vendere il proprio corpo, visto che in tutto il video questo appare come l’unica attività lavorativa della signorina.
Come associazione di genitori, docenti, dirigenti, chiediamo che il suddetto video sia rimosso subito dalla programmazione scolastica nelle classi di ogni ordine e grado per la pessima raffigurazione al femminile proposta. È impensabile che in una scuola altamente inclusiva sia presentato il volto più basso della donna e posto al centro di un sapere fuorviante sulla dignità femminile. Cosa diffondiamo sulla parità di genere se poi questi sono i modelli che presentiamo ai nostri giovani?
La tanto decantata parità di genere noi la intendiamo come parità di diritti, di dignità e di opportunità per uomini e donne, non come visione distorta della femminilità da cui trarre insegnamenti contrari al cuore del valore che ogni donna porta con sé.
Le contraddizioni degli adulti sono la responsabilità epocale che abbiamo nella schizofrenia attuale della nostra società. Educare al rispetto tra maschi e femmine nelle scuole passa ogni giorno nell’impegno serio di testimoniare la bellezza delle relazioni attraverso messaggi, linguaggi, decisioni coerenti, proposte che profumano di veramente umano, i nostri giovani hanno fiuto e sanno riconoscere le cose belle da quelle a buon mercato, abbiamo dunque una grandissima responsabilità, anche nel denunciare tutto questo perché si dia spazio ad altre proposte non solo dai contenuti più alti, ma anche rispondendo al desiderio vero di ogni ragazzo : credere in modelli pieni di dignità perché ricchi di valore.
La scuola se perde questo riferimento importantissimo di educare i suoi ragazzi e innalzare lo spirito e la loro dignità allora ha veramente fallito.
Attendiamo ora una risposta dal Dirigente Scolastico del Liceo Amaldi, nel frattempo segnaleremo l’accaduto al Miur e al Dipartimento delle Pari Opportunità.
Roma, 22 ottobre 2019