COMUNICATO STAMPA

Educazione all'affettività nelle scuole?

Ai ragazzi non interessa nulla se non ci sono più testimoni credibili.

Educazione all’affettività nelle scuole?

Ai ragazzi non interessa nulla se non ci sono più testimoni credibili.

Da quando nelle scuole è entrato di tutto…tutto ha perso il valore fondante, perché prima , al centro dell’istituzione c’era un cuore che orientava le menti solo in ordine all’istruzione.

Mansione che di certo non spettava e non spetta alla famiglia, non è compito prioritario dei genitori istruire, se non in caso di homeschooling, la questione educativa intercettava l’istruzione solo quando quella continuità nel rigore dato dalla famiglia , trovava il suo  prolungamento nella scuola, in quel rigore la scuola si faceva garante di quel bagaglio consegnato dalla famiglia stessa. 

Oggi sono fallite le due più grandi agenzie educative : scuola e famiglia.

È necessario ritornare a quella definizione di mandato che la famiglia, in quanto società educante , passava  alla scuola , perché istruisse i propri figli dentro una cornice di saperi che avrebbero consolidato e arricchito di cultura, quelle basi ricevute già in famiglia.

Oggi il Ministero dell’istruzione naviga a vista in piena tempesta, e a mare aperto, si muove in modo isterico con tentativi fatui di educazione alle relazioni, all’affettività ipotizzando possibili guru pronti a riempire contenitori vuoti che solo testimoni veraci possono offrire in modo autentico se vissuto e se pensato in modo sistematico.

Ci vorrebbero 1000 Crepet uno per ogni scuola, e mille scuole parentali per tornare ad educare in piena alleanza con le famiglie. 

 Se la famiglia ha rinunciato al suo compito educativo principale, la scuola non ce la farà a convincere i ragazzi circa la necessità di rifondare le basi minime dell’educazione, perché mancando i testimoni non avremo più discepoli.

C’è bisogno di tornare alle famiglie, di recuperare il tanto su cui la famiglia non investe più. 

Non attacca dire cose interessanti o intelligenti ai giovani , perché sono saturi di chiacchere non sanno cosa farsene, vogliono adulti appassionati che parlino loro di avventure, di scelte passionali per le quali dire ogni giorno : vale la pena vivere!

Oggi la scuola statale al collasso quasi totale,  con classi pollaio e male ordinate , docenti sempre più carenti e asfissiati da mille mansioni, non può sostenere e garantire questa sfida .

Torniamo alle famiglie, che tornino ad educare, torniamo alle scuole perché possano riappropriarsi del loro  ruolo fondante che è quello di istruire .

Torniamo ai fondamentali, apriamo scuole per genitori, almeno per quei pochi che avvertono la vertigine del fallimento, e ripartiamo da lì.

La strada è lunga ma se scarseggiano testimoni credibili come possiamo esigere che vengano su ragazzi motivati e liberi di scegliere.

Roma 14 novembre 2024

                                    Il Presidente

                                   Giusy D’amico