CARRIERA ALIAS, EDUCAZIONE ALLA TRANSESSUALITA’. ASSEMBLEA DI ISTITUTO A BRACCIANO (RM) LICEO I.VIAN
MINORENNI INVITATI A PARTECIPARE CON REGALO: CONTRACCETTIVI PER TUTTI. Nessun coinvolgimento dei genitori con figli ultra minorenni, propaganda a senso unico
Senza consenso informato preventivo.
CARRIERA ALIAS, EDUCAZIONE ALLA TRANSESSUALITA’. ASSEMBLEA DI ISTITUTO A BRACCIANO LICEO I. VIAN
MINORENNI INVITATI A PARTECIPARE CON REGALO: CONTRACCETTIVI PER TUTTI. Nessun coinvolgimento dei genitori con figli ultra minorenni, propaganda a senso unico.
Senza consenso informato preventivo.
La controversa assemblea di istituto del Liceo Vian viola il Patto di Corresponsabiltà scuola/ famiglia
Alcuni genitori del liceo scientifico I. Vian di Roma hanno inviato domenica (01/05/2022) all’ Associazione Non Si Tocca La Famiglia una PEC in cui lamentavano di non essere stati minimamente informati dell’imminente Assemblea degli studenti, di cui chiedevano – data la delicatezza dei temi affrontati – la temporanea sospensione. L’assemblea, come preventivato, si è invece tenuta ieri. Eppure gli argomenti all’o.d.g. riguardanti i contraccettivi e le malattie sessualmente trasmissibili, la comunità LGBT e in particolare la transessualità, con l’invito a votare successivamente l’introduzione della cosiddetta Carriera Alias nell’istituto, sono – oltre che eticamente sensibili – molto controversi persino all’interno della stessa comunità LGBT (Arcilesbica critica con forza il transfemminismo che vuole cancellare le differenze ed è per questo attaccata a sua volta con molta durezza). L’Assemblea è stata organizzata ignorando la necessità del Consenso Preventivo Informato da parte dei genitori su temi così delicati (Nota Miur del 20-11-2018) e potenzialmente disorientanti per un pubblico composto in prevalenza da minorenni. Infatti, le molte difficoltà per gli adolescenti – soprattutto in una società competitiva come la nostra – ad accettare le trasformazioni fisiche in atto (come mostra la grande diffusione dei disturbi alimentari) si sono moltiplicate negli ultimissimi anni tra i giovanissimi assieme ai dubbi sulla propria identità sessuale. Questi ultimi vengono innescati /amplificati anche dal propagarsi nelle scuole di corsi, incontri e iniziative (come questa della Carriera alias) ispirati all’ideologia gender, tenuti da relatori che sono spesso anche degli attivisti e parlano agli allievi senza un contraddittorio. Quanto alla votazione per decidere dell’introduzione della carriera Alias, avvenuta in modo affrettato, senza che gli allievi avessero il tempo di discuterne con i propri adulti di riferimento (insegnanti, genitori … evidentemente danno fastidio!), essa consiste in un protocollo che permette agli studenti transgender – che ne facciano richiesta – di cambiare i dati anagrafici relativi alla propria identità sessuale sul registro di classe. Il protocollo, anche qualora preventivamente approvato dai genitori e da tutti gli organi collegiali, rappresenta comunque un illecito giuridico: infatti le leggi italiane, cioè le sentenze nel 2015 della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale prevedono prima della rettificazione dei dati anagrafici (e quindi dei documenti), la sentenza di un giudice in un tribunale ordinario. Questi deve accertare che il percorso di transizione intrapreso sia irreversibile, e – nel caso di minori – può richiedere una consulenza tecnica e sospendere la sentenza, che diventa esecutiva solo quando è ‘passata in giudicato’, divenendo inoppugnabile. Anche se avesse ottenuto il consenso informato di entrambi i genitori del minore e l’approvazione di tutti gli organi collegiali, il regolamento rappresenterebbe dunque, in mancanza di una sentenza, un abuso (con molteplici ricadute: dalla costruzione di bagni appositi, alla falsificazione dei dati relativi alle classi …).
La scuola, infatti, non ha la funzione né la facoltà di anticipare provvedimenti giudiziali, tanto più che – nel caso di minori – il giudice potrebbe anche pronunciarsi in modo diverso o comunque sospendere la sentenza. Cioè la scuola che approva il protocollo, invece di insegnare agli studenti il rispetto delle norme, si arroga un diritto che per legge non ha e che la normativa sull’autonomia non autorizza in alcun modo. Senza contare che lo stesso studente che ha solo iniziato il processo di transizione potrebbe ritrovarsi successivamente ingabbiato in una falsa identità: ricordiamo infatti che sta aumentando il fenomeno dei ‘detransitioners’, cioè delle persone che vogliono tornare a vivere in accordo al sesso di nascita (spesso arrabbiati con un sistema che li ha assecondati quando, ancora giovanissimi e confusi, non si rendevano conto di quanto stavano facendo), denunciando i medici e le conseguenze fisiche rovinose dei bombardamenti ormonali.
Nel corso dell’assemblea, come si legge sul sito Istagram del liceo, sono stati distribuiti gratuitamente agli studenti (tra cui ovviamente alcuni sono giovanissimi) dei contraccettivi. Non possiamo non osservare come in questo modo, proprio a scuola, questi ultimi vengano sollecitati ad una sessualizzazione precoce e indiscriminata (tale cioè da prescindere dalle diverse sensibilità / convinzioni morali e culturali delle famiglie e degli studenti stessi) oltre che banalizzata e quindi poco umana.
La nostra Associazione riterrebbe opportuno che il dirigente del liceo, prof. Danilo Vicca, si scusasse con i genitori del suo istituto per averne ignorato il ruolo educativo (diritto/dovere secondo l’art. 30 della nostra Costituzione) nei confronti dei figli. Auspica che in futuro diventi prassi nell’istituto l’utilizzo – sotto forma di circolare – del Consenso Preventivo Informato in ordine alle attività extracurricolari che rivestano un carattere eticamente sensibile e in particolar modo sulla distribuzione di materiale come i contraccettivi, non concordato con i genitori degli allievi, specie quando ultra minorenni.
Chiede altresì al professor Vicca che, sugli stessi temi affrontati nell’assemblea, sia programmato nel liceo uno spazio di formazione con l’intervento di esperti di altra estrazione culturale, affinché sia garantito il diritto degli studenti ad una più ampia prospettiva di affronto di queste tematiche, che si sostanzi del pluralismo delle idee e di un confronto critico.
Infine consiglia al dirigente di acquisire un parere legale sul protocollo noto come Carriera Alias per non esporre la scuola ad illeciti.
Roma, 4 maggio 2022
Ufficio Stampa dell’Associazione Non Si Tocca La Famiglia
Lucia Comelli