PIÙ DIRITTI FIN DAI BANCHI DI SCUOLA SU : RISCHI PER LA SALUTE DI RAGAZZINE E DONNE ADULTE NELL’INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA E SULL’  USO DELLA PILLOLA ABORTIVA RU486

??? A 10 anni dalla prima  Marcia per la Vita Non si Tocca la Famiglia rilancia la Campagna #DirittiDiLiberta
a quasi un anno dalla sua diffusione!
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 – MINISTRO DELLA SALUTE SPERANZA

-DELL’ISTRUZIONE PATRIZIO BIANCHI
– AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DRAGHI

Più diritti=piu salute=più consapevolezza

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Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella  www.quirinale.it

Al Presidente del Consiglio Mario Draghi  segreteriadica@governo.it

Al Ministro della Salute Roberto Speranza
segreteriaministro@sanita.it  
 
Al Ministro dell’Istruzione PatrizioBianchi
segreteria.ministro@istruzione.it 

Oggetto: richiesta specifica formativa a tutti livelli scolastici

Le informazioni e le indicazioni che i giovani ricevono sulla loro salute riproduttiva riguardano principalmente l’uso del preservativo e l’assunzione di pillola anticoncezionale. Pedagogicamente tali indicazioni non servono: la diffusione delle infezioni sessuali è maggiore nei Paesi che da anni propongono l’educazione sessuale nelle scuole come Svezia, Inghilterra e in Francia (fonti European center for diseases control e Bulletin of the World Health Organization: in Francia si constata che le ragazze abortiscano quattro volte di più di quelle italiane), le statistiche c’informano che i giovani non fanno uso del preservativo e le cronache che di ‘educazione’ affettiva non sappiano quasi nulla: rispetto per se stessi e riguardo verso il prossimo, preservazione della salute pubblica, ad esempio. Nel momento in cui una donna si trova ad affrontare una gravidanza ‘indesiderata’, la soluzione, indipendentemente dal motivo che la spinge, è nell’interruzione volontaria di gravidanza (chirurgica o farmacologica): nessun sostegno per evitare l’aborto, nessuna informazione riguardante lo sviluppo del bambino nel suo utero. Per quello che attiene i corsi di educazione sessuale che vengono proposti nelle scuole, la situazione è la medesima: misure igieniche e ‘terrorismo psicologico’ verso la maternità.

Quello che bisognerebbe fornire ai giovani, non riguarda solo evitare una gravidanza in un momento della vita che non si ritiene consono, ma è tutta una serie d’informazioni che ottempererebbero all’art.1 della L. 194/78:  conoscere lo sviluppo dell’embrione sino alla maturazione a lattante, renderebbe più consapevoli i giovani del fatto che lo Stato Italiano «tutela la vita umana dal suo inizio» e che la gravidanza non sia una malattia, ma la maternità possieda un «valore sociale» che è sempre più vitale, se valutiamo con onestà intellettuale le conseguenze dell’inverno demografico. Essere edotti delle precedenti informazioni anche a partire dalle scuole ƒ. ‚ Sapere (anche tramite mass media) che ci sono donne che soffrono per anni e decenni dopo aver interrotto la gravidanza, informazione che viene spesso sottaciuta cautamente, dovrebbe essere aggiunta agli effetti indesiderati dell’aborto anche poiché fa parte della legge sul ‘consenso informato’ (L.219/17). Questa completezza non solo riequilibrerebbe le informazioni manchevoli che vengono fornite nei Consultori – dove la promozione dei Centri di Aiuto alla Vita rispetterebbe l’artt. 2 e 5 della L. 194/78, ma non viene diffusa con capillarità -, ma sarebbe una prevenzione verso l’uso dell’interruzione volontaria di gravidanza come «mezzo per il controllo delle nascite» (basta informarsi sul numero di aborti che una donna può richiedere che si scopre come alcune donne lo richiedano dieci o venti volte). La diffusione di immagini che mettono in luce, attraverso i progressi della Medicina, la vita endouterina fetale, riporterebbe l’attenzione che lo Stato deve avere nei confronti della tutela della vita e della salute del bambino, rispettando i principi fondamentali dei Diritti dell’Infanzia „ soprattutto negli artt.3 e 6 della L. 176/91. Infine ciò che sta più a cuore è che venga riconosciuto da parte di ogni politico e da parte di ogni rappresentante della salute pubblica …, che la maternità e la paternità sono un privilegio per ogni persona e che lo Stato deve garantire che possa vivere dignitosamente: artt. 29 e 31 della Costituzione Italiana.

Chiediamo:

1) Il diritto di ricevere informazioni sullo sviluppo embrionale già sui banchi di scuola (dato che frotte di operatrici sanitarie sono libere di propugnare anticoncezionali e aborto);

2) Il diritto di leggere e ascoltare tramite ogni mezzo (televisivo e tramite giornali femminili) tutte le vicende che riguardano le donne che hanno fatto ricorso all’aborto e poi si sono pentite;

3) Il diritto di poter vedere manifesti contenenti immagini dello sviluppo embrionale e di tutte le associazioni che offrono sostegno alla maternità;

4) Il diritto di veder affermare incontrovertibilmente che venire al mondo è un diritto di ogni bambino;

5) Il diritto di ascoltare da rappresentanti della salute pubblica e da politici dello Stato, che il ruolo sociale e culturale della donna madre è fondamentale per tutta la cittadinanza, oltre che essere un privilegio per ogni donna.

Sottoscrivono il mail bombing le Associazioni

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Roma, 20 maggio 2021

                                                             L’Ass.ne NON SI TOCCA LA FAMIGLIA

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